Michela Formento gestisce la Casaalpina di Sant’Anna di Valdieri da maggio 2013 con tenacia, energia e tanta creatività. In pochi anni è riuscita a fare di questa struttura ricettiva di proprietà della Provincia di Cuneo una realtà fortemente radicata nel territorio, attenta a fare rete con i produttori locali e le altre attività di accoglienza e decisa a far vivere ai propri ospiti l’esperienza delle Marittime.
Come lavora la Casaalpina?
La struttura è in grado di ospitare 90 persone in camerate da 6, 8, 12 posti. Abbiamo anche 4 camere doppie, ma devo spesso dire di no a famiglie, escursionisti o ospiti individuali, perché non è mai facile mettere d’accordo le esigenze di sessanta bambini in residenza estiva con quelle degli escursionisti che vogliono “attaccare” il Monte Argentera alle 6 del mattino. Da questo punto di vista però possiamo contare sulla collaborazione de “La Casa Regina” che dispone di dodici appartamenti e si trova a pochi metri da noi.
Come sta andando la gestione?
Tra il 2013 e il 2014 abbiamo avuto un rialzo del 150% e l’estate 2015 si è attestata sugli stessi numeri. La meteo, fortunatamente, non ci tocca: l’agenda 2016 della Casaalpina è già definita, perché i grandi gruppi programmano le attività di anno in anno, indipendentemente dalle condizioni climatiche. Lavoriamo con i gruppi parrocchiali che vengono a Sant’Anna di Valdieri per far trascorrere ai ragazzi una settimana in quota, oppure con alcune scuole francesi che a maggio e a ottobre sono impegnate in uno scambio transfrontaliero. Vedere e sentire la Casaalpina invasa dai piccoli, impegnati a correre e giocare all’aria aperta e mangiare i prodotti delle nostre montagne mi riempie di energia e allegria! Sono molto affezionata ai gruppi di ToScience, che organizza a Sant’Anna di Valdieri una serie di science camp dedicati a tutte le fasce d’età fino alle scuole superiori, e ai gruppi di ragazze e ragazzi disabili che scelgono di trascorrere parte della loro estate con noi, in Valle Gesso.
E in inverno?
Restare aperti nella stagione fredda è molto più difficile. Riusciamo a lavorare solamente nelle feste natalizie: per coprire i costi del gasolio che serve a riscaldare la casa ci servirebbero gruppi di almeno 25-30 persone e qui, escluso il mese di dicembre, ne arrivano al massimo 10. Invece il periodo autunnale offre qualche possibilità in più. Quest’anno abbiamo intercettato alcuni gruppi sportivi che hanno scelto la Casaalpina per portare i giocatori in ritiro prima dell’inizio di stagione: sono ragazze e ragazzi adolescenti, giocatori di rugby o basket, e hanno soggiornato da noi nella prima metà di settembre. I gruppi hanno difficoltà a trovare spazi adatti alle loro esigenze, grandi abbastanza da poter accogliere più squadre, e fino allo scorso anno dovevano spostarsi in Liguria. La Casaalpina può costituire la risposta sul territorio piemontese: mancano strutture adeguate – ad esempio, campi sportivi che consentano ai ragazzi di allenarsi durante la permanenza – per questo bisogna lavorare insieme al Comune e alla comunità locale per fare di Valdieri e Sant’Anna centri attrezzati e di richiamo.
Quant’è importante in questo lavoro sapersi re-inventare?
Ho la fortuna di avere tante idee e una testa sufficientemente dura per poterle realizzare! Ad esempio, quest’anno ho ragionato a lungo sulla possibilità di aprire la Casaalpina ai migranti, perché gestisco una struttura pubblica che è in grado di ospitare 90 persone e che può farsi carico dell’emergenza profughi. E poi quale gestore non si farebbe tentare dalla possibilità di riempire un po’ di letti in una stagione “morta” come quella autunnale? Il Sindaco ed io abbiamo parlato a lungo, con la certezza di dover impostare non solo la ricettività ma anche l’accoglienza, organizzando attività, impieghi e corsi di italiano per i rifugiati in arrivo. Come si può pensare di poter parcheggiare le persone a 1000 metri di altitudine, in una frazione che sulla carta conta una cinquantina di abitanti, la maggior parte sopra i 75 anni di età? Purtroppo non siamo riusciti a organizzare un buon sistema di accoglienza e abbiamo dovuto abbandonare l’idea.
Cosa significa fare impresa in montagna?
Fin dall’inizio non ho considerato tutto questo un lavoro, ma piuttosto un progetto da condividere con la rete locale: la Casaalpina s’inserisce in un progetto di valle, coprotagonista insieme alla popolazione locale, al Parco Alpi Marittime, i comuni di Valdieri ed Entracque, l’Ecomuseo della Segale e l’associazione Ecoturismo in Marittime che coinvolge 50 operatori di valle. La Casaalpina oltre ad accogliere tanti gruppi alla scoperta delle montagne della Val Gesso offre un servizio alla comunità in quanto luogo di socialità: è qui che si riuniscono i vecchi del paese per fare due chiacchiere, pronti ad aiutarci a verniciare le persiane della casa. Alla fine della stagione estiva organizziamo una grande festa, come quelle cene che i colleghi di lavoro organizzano per festeggiare la fine dell’anno: noi lo facciamo per ringraziare tutte le persone che ci aiutano a rendere la Casaalpina ciò che è, una struttura radicata nella realtà locale, aperta al nuovo e attenta al territorio. Ecco perché a quella grande festa partecipa tutta la comunità!.
Daria Rabbia