I cambiamenti climatici, ormai è noto, hanno conseguenze sull’erogazione dei servizi ecosistemici della montagna. Ma quali sono questi servizi? In che misura variano?
Con la stesura di un Piano naturalistico il Parco fluviale Gesso Stura, ha cercato di rispondere a queste domande, misurando alcuni servizi erogati dagli ecosistemi delle aree protette e delle aree contigue: fornitura di cibo, potenziale fornitura di legname, regolazione del clima, regolazione della qualità delle acque, mitigazione dei rischi naturali, regolazione della qualità degli habitat, attività di educazione. Il valore dei servizi considerati è stato espresso in euro/anno, e questo a livello comunicativo ha aiutato a comprendere l’importanza della conservazione della natura. Il Piano naturalistico ha permesso inoltre di portare avanti un approfondimento sulle relazioni tra i processi all’interno e all’esterno delle aree protette per quanto riguarda gli ecosistemi (il corridoio fluviale e la pianura circostante) e ha favorito l’avvio di processi organici di gestione di questi ultimi a scala territoriale. Sono stati infatti definiti indicatori specifici, capaci di registrare in modo organico gli effetti delle pressioni ambientali (inclusi i cambiamenti climatici) sui servizi ecosistemici. Inoltre lo strumento consente un monitoraggio puntuale dello stato degli ecosistemi, promuovendo un approccio olistico e favorendo l’adozione tempestiva di azioni di mitigazione secondo una visione integrata tra aree interne ed esterne alle aree protette del Parco fluviale Gesso Stura. Per fare un esempio, il Piano naturalistico diventa uno strumento fondamentale per mitigare gli impatti sugli agro-ecosistemi, su foreste e su biodiversità.

Gli agro-ecosistemi sono quelli che garantiscono il servizio di fornitura di cibo, ma gli attuali cambiamenti climatici determinano un incremento dell’esposizione delle colture, dei prati e dei pascoli a diverse minacce: gelate, ondate di calore, modificazione della disponibilità di acqua. Gli stress termici e le variazioni del regime idrologico condizionano la salute, il metabolismo e la resistenza alle patologie degli animali da allevamento. Inverni miti favoriscono la sopravvivenza dei patogeni e, il generale incremento della temperatura, facilita la comparsa di nuovi parassiti e fitopatologie. L’azione protettiva dei prati e dei pascoli da erosione e frane superficiali inoltre (servizio di mitigazione dei rischi naturali) risente dell’intensificarsi degli eventi estremi (piogge intense, siccità). Infine, l’aumento delle temperature favorisce la decomposizione della sostanza organica, che a sua volta porta alla riduzione della capacità di sequestro di carbonio (servizio di regolazione del clima) e della fertilità del suolo.
Per quanto riguarda le foreste, molti dei loro servizi ecosistemici potranno subire delle variazioni: come ad esempio la fornitura di legname, la regolazione del clima, la mitigazione dei rischi naturali, la regolazione della qualità delle acque e la regolazione della qualità degli habitat. Le ricerche segnalano una potenziale riduzione della resilienza dei boschi (specialmente per popolamenti sottoposti a stress da parte di altri fattori), l’incremento dell’esposizione agli eventi estremi (dissesto idrogeologico, incendi, tempeste di vento), l’incremento di parassiti e fitopatologie e la maggiore esposizione a fenomeni di stress termico (ondate di calore e gelate).
Infine, per quanto riguarda gli impatti sulla biodiversità, i cambiamenti climatici causano modificazioni delle funzioni fisiologiche e metaboliche e variazioni dei periodi di fioritura o di migrazione della fauna, che si ripercuotono negativamente sulle popolazioni, mentre le variazioni della durata delle fasi di crescita influiscono sulla rete alimentare. Ulteriore criticità è la frammentazione degli habitat alpini, che rende difficile lo spostamento e l’adattamento delle specie colpite. Si registra inoltre la tendenza alla variazione delle dinamiche di competizione tra le specie, con riduzione del livello di diversità e prevalenza di quelle più facilmente adattabili, o di specie invasive più tolleranti alle nuove condizioni climatiche.
L’insieme di questi processi porta alla generale diminuzione della qualità del paesaggio e delle possibilità di fruizione, riducendo l’erogazione dei servizi ecosistemici di tipo culturale.
Per tutti questi motivi strumenti come il Piano naturalistico il Parco fluviale Gesso Stura sono misure importanti, per creare consapevolezza nella popolazione e nei governanti e tentare di gestire i processi di cambiamento in atto.
Davide Murgese, Seacoop Stp

Info: www.parcofluvialegessostura.it