È il centro abitato più importante della Val d’Aupa e da circa un decennio, grazie ad un progetto di riqualificazione e valorizzazione della cultura contadina alpina, vive una nuova stagione di vitalità. In precedenza la comunità è stata sottoposta ad un costante calo demografico, accompagnato da una destrutturazione delle relazioni tra ambiente naturale e ambiente antropico.
Oggi si può rilevare la presenza di un nuovo fenomeno: Dordolla rappresenta per i cosiddetti “nuovi montanari” un luogo dove vivere e ricercare uno stile di vita di tipo valoriale rispetto ad uno funzionale (E. Steinicke e altri, Newcommers nelle regioni periferiche delle Alpi. Il caso dell’area di confine tra Italia e Slovenia nelle Alpi Giulie, in “Rivista Geografica Italiana”, vol. 121, n.1, 2014, pp.1-20). Conta circa 45 abitanti. I nuovi migranti con un forte background culturale e creativo, provenienti da Venezia, Londra e dalla vicina Carinzia, hanno attivato un processo di costruzione sociale che guarda al territorio nella sua chiave evolutiva e si rappresenta attraverso un’azione territoriale capace di agire su un piano organizzativo, materiale e simbolico (A. Turco (a cura di), Paesaggio, luogo, ambiente, Unicopli, Milano, 2014).
Sul piano organizzativo i soggetti territoriali sono plurali. Un ruolo fondamentale è svolto dall’associazione culturale “La Cort dai Gjats” che segna l’ambito di confronto tra attori esogeni ed endogeni, intercetta e implementa le diverse forme di creatività.
L’azione materiale si concentra su un processo produttivo di agricoltura alpina: la fattoria Tiere Viere – AgriKulturAlpina (www.tiereviere.net), in friulano «terra vecchia», che opera sulla base di un progetto di riappropriazione territoriale, volto alla reificazione di spazi agricoli attraverso l’orticultura biologica, l’allevamento di pecore, l’apicoltura, la frutticoltura e la selvicoltura. Un’altra azione territoriale è quella del recupero dei vecchi terrazzamenti dedicati all’agricoltura attraverso la tradizione costruttiva dei muri a secco, elemento qualificante nella produzione di paesaggi. Il progetto mira a diffondere le antiche tecniche manutentive del territorio, tramite dei corsi di formazione diretti a coloro che intendono intraprendere questa attività (www.ricostruirepaesaggi.it). Il “luogo” rappresenta e viene inteso come un divenire, un’opportunità di congiunzione tra l’antica cultura montana e il presente (G. Dematteis, F. Governa, Territorialità, sviluppo locale, sostenibilità: il modello SLoT, Franco Angeli, Milano, 2005).
Sul piano simbolico l’azione territoriale deriva dalle capacità del linguaggio umano di individuare sequenze comunicative non scontate. Come ad esempio il progetto “The New Wild: vita nelle terre abbandonate”, un film-documentario esplorativo, frutto di un lavoro di collaborazione tra diversi soggetti, sul territorio della Val d’Aupa. L’intero progetto è pubblicato sul sito del suo ideatore Christopher Thomson (www.christopherthomson.net).
Le azioni territoriali producono un concetto di natura intesa come campo razionale, possibilità insediativa, serbatoio di risorse da cui attingere per la sopravvivenza e lo sviluppo, ma anche come “fonte di emozioni” in cui il lavoro artistico e delle arti figurative evidenzia il valore mutante e non solo resiliente del luogo. Il progetto basa la sua forza attrattiva sulla pratica dell’incontro tra differenze (geografiche, culturali, linguistiche), preservando con continuità l’azione di scoperta del luogo e delle sue possibilità. Un processo lento e graduale che può rinnovarsi nel tempo attraverso un’estensione delle relazioni dal locale al translocale. Dordolla può essere letto come un caso di sviluppo locale bottom-up, in un percorso di specificazione del “luogo” come bene comune, attraverso un’azione partecipativa sulla base di progetti che la stessa comunità intende realizzare per il territorio (A. Magnaghi, Il territorio bene comune, Firenze University Press, Firenze, 2012). L’esperienza della piccola comunità individua un percorso che si inscrive in un nuovo ciclo di territorializzazione, tra il palinsesto territoriale e ciò che può essere tramutato, nella consapevolezza della transitorietà del proprio intervento.
Stefano Del Medico
Bellissimo progetto.grazie di portarlo avanti