Il 23 ottobre 2018, presso la Sala Vigliano del Castello del Valentino a Torino, si è tenuto un Seminario interno di Dislivelli per condividere i recenti lavori di ricerca dell’Associazione.
Di fronte al Consiglio, al Comitato scientifico e una serie di stretti collaboratori dell’Associazione, sono stati presentati i risultati della recente ricerca “Patrimoni naturali per lo sviluppo: i Parchi della provincia di Cuneo” (pubblicati sul numero 34 della Collana della Fondazione Crc), finanziata dalla Fondazione Crc e condotta da Dislivelli Research e Dmo Piemonte, sotto la regia di Elena Bottasso e Stefania Avetta del Centro Studi Fondazione Crc. La ricerca sottolinea come i parchi della Provincia di Cuneo siano oggi importanti attori territoriali capaci di dare forma a strategie e piani operativi e di operare da motori dello sviluppo locale aggregando le tante iniziative che si svolgono in parallelo con i tanti soggetti del territorio. Il lavoro dei ricercatori di Dislivelli (Federica Corrado, Luigi Casanova, Maria Anna Bertolino e Erwin Durbiano) si è focalizzato sull’analisi delle Aree Protette delle Alpi Marittime, sul Parco Naturale del Monviso e sul Parco Fluviale Gesso e Stura, sottolineando le loro dinamiche, attività e progettualità, le relazioni con i soggetti del territorio e le iniziative intraprese in questa fase di rilevanti cambiamenti, a partire da quelli di carattere normativo. Per ognuno di essi è stato analizzato il territorio di riferimento in termini di popolazione, servizi e tessuto economico, oltre che di attività e dinamiche locali in atto. Attraverso il confronto con presidenti e direttori degli enti di gestione dei parchi, si è costruita una fotografia dello stato dell’arte, delle strutture e dell’organizzazione con cui operano queste realtà, oltre che delle progettualità e dei soggetti coinvolti. Particolare rilevanza è stata data al tema del turismo, attraverso l’analisi dei flussi e delle categorie di frequentatori. In conclusione, la ricerca ribadisce l’importanza dei parchi, soprattutto a livello provinciale, come attori capaci di ideare e dare forma a strategie e piani operativi legati alla conservazione dell’ambiente e del territorio naturale, e possono diventare motori dello sviluppo locale se adottano linee guida e operative capaci di aggregare le tante singole iniziative che si svolgono in parallelo ad altri soggetti sul territorio.
Si è poi parlato di cultura alpina contemporanea nei processi di sviluppo locale, tema trattato da Dislivelli Research all’interno della ricerca svolta nel 2017 e finanziata dalla Fondazione Crc (di cui è stata realizzata la pubblicazione: Maria Anna Bertolino, Federica Corrado, Cultura alpina contemporanea e sviluppo del territorio, Terre Alte-Dislivelli, Franco Angeli Editore 2017) attualmente all’interno del progetto Ue Corpo Link Cluster. In entrambi i lavori si è voluta sottolineare l’importanza del ruolo della cultura in aree a bassa densità abitativa, nonostante, storicamente, il binomio cultura e sviluppo del territorio sia stato legato a questioni urbane, come se le pratiche e le politiche culturali fossero anzitutto una questione della città. In realtà, è stato spiegato, seppur la bassa densità abitativa porti con sé una serie di problemi relativi alla fornitura di servizi al territorio, essa al tempo stesso offre un ventaglio di fattori di attrazione quali il contatto con la natura e la possibilità di praticare attività outdoor. In questo senso, la cultura sembra rappresentare una risorsa specifica del territorio montano nella definizione e nella costruzione di iniziative culturali, attraverso una sorta di rovesciamento concettuale che segna il passaggio da una visione in negativo di questo elemento, inteso come condizione di svantaggio e debolezza, ad una visione in positivo che gli attribuisce invece un valore aggiunto. Diverse sono le ragioni che supportano questo rovesciamento concettuale: una bassa densità abitativa comporta la rarefazione culturale e sociale, la quale permette di far emergere maggiormente la creatività in confronto all’ambito urbano che si sta caratterizzando per una pienezza (sia fisica che di pensiero). Non diversamente dai contesti urbani, quindi, le pratiche culturali in aree montane sono in grado di produrre territorio mediante la costruzione di nuove relazioni, la rigenerazione degli spazi, la riconfigurazione di paesaggi e la costruzione di nuovi quadri di senso dei territori stessi. La cultura alpina contemporanea, in quest’ottica, si dimostra non solo una risorsa bensì una “presa” su cui far leva nei processi di sviluppo locale. In questi nuovi spazi di creatività si possono dunque sperimentare – come i casi studio stanno dimostrando – attività innovative, espressioni all’avanguardia, linguaggi rivisitati che contribuiscono a disegnare (non solo in senso astratto) nuove immagini della montagna contemporanea. Uno dei casi di studio analizzati dai ricercatori di Dislivelli all’interno del progetto Corpo Link Cluster è il Programma triennale Torino e le Alpi, promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, cui Dislivelli ha lavorato fin dalla progettazione, che ha attribuito un ruolo centrale alle attività culturali, intervenendo per potenziare le capacità creative degli ambienti montani e la loro contemporaneità, considerandoli nel duplice profilo di contesti ispiratori e di luoghi della produzione culturale.
Per quanto riguarda il tema dei migranti, l’Associazione Dislivelli fin dalla sua nascita ha prestato attenzione al tema dei nuovi abitanti della montagna. E tra i fenomeni che concorrono al cambiamento della demografia montana Dislivelli si è soffermata anche sul tema dell’immigrazione straniera, introducendo per la prima volta nel dibattito nazionale sui nuovi montanari il concetto di “Montanaro per forza”. Su questi temi è stata ricordata l’organizzazione del seminario di studi “L’immigrazione straniera nelle Alpi”, del 2015, la nascita della rete di ricercatori internazionale Foreign immigration in the Alps, (ForAlps) e nel 2016 la nascita della rubrica “Montanari per forza” sulla rivista dell’Associazione. L’impegno di Dislivelli sul tema è poi continuato attraverso la partecipazione alla fine del 2017, alla pubblicazione del volume, “Per forza o per scelta. L’immigrazione straniera nelle Alpi e negli Appennini”, a cura di Membretti, Kofler e Viazzo e attraverso la ricerca sui “montanari per forza”, in corso di pubblicazione (Dematteis M., Di Gioia A., Membretti A., 2018) nella collana Terre Alte di Dislivelli e Franco Angeli.
Il primo Seminario interno, che in futuro verrà replicato ogni anno, è stato un incontro proficuo che ha raccolto molte considerazioni da parte dei partecipanti, anche in ottica di fare rete con le realtà impegnate sui temi della montagna.