Simona e Michele vivono ormai da cinque anni in un piccolo bilocale a Vaud, una delle frazioni più alte del comune di Ollomont, a due passi dalla vasta conca di By e ai piedi del Grand Combin.
Hanno lasciato Genova nel 2008 per trasferirsi definitivamente in Valle d’Aosta e più precisamente in alta Valpelline mossi dalla comune passione per la montagna a 360 gradi.
Non sono fuggiti dalla città, con cui mantengono ancora intensi contatti di vita e lavorativi. Non hanno abbandonato le loro attività precedenti che costituiscono ancora la loro principale occupazione, semplicemente stanno cercando di farle a partire da una “base” diversa, lontano dalla realtà urbana, immersi in un ambiente relazionale e naturale a loro più consono.

Simona si occupa di allestimenti museali, progetta e realizza come libera professionista spazi espositivi collaborando anche con importanti musei e centri italiani ed europei. Da qualche anno è diventata anche assessore alla cultura del comune di Ollomont contribuendo a dare una spinta importante alla promozione e valorizzazione delle risorse del paese. La sua attività in questo senso è veramente trasversale. Così vi può capitare di incontrarla mentre annaffia le piante ed i fiori dell’arredo urbano, mentre dà una mano alla sciovia del paese e ancora a darsi da fare durante le sagre estive.
Ma il suo apporto più importante all’attività di Ollomont rimane quello legato alle iniziative di carattere culturale e di promozione turistica. Da mesi ormai si sta infatti occupando di un progetto intercomunale di valorizzazione di alcuni percorsi escursionistici legati ai “Ru”, ovvero quelle antiche canalizzazioni irrigue tipiche della zona per rilanciare le attività legate al turismo di qualità in Valpelline.

Michele nel frattempo sta attrezzando un vecchio garage nel paese per poter continuare a praticare la sua attività di restauratore di mobili e legni antichi, ampliandola con quella di falegnameria e allestimenti. Ha mantenuto un buon numero di clienti affezionati in Liguria, con cui mantiene contatti a distanza e conta nei prossimi anni di allargare la sua clientela anche tra la popolazione locale.
Per loro vivere in montagna è innanzitutto una sfida di carattere culturale. Non è solo la passione per l’alpinismo e l’escursionismo ad averli avvicinati ai monti, ma la convinzione che la cultura alpina sia una risorsa fondamentale che non solo va tutelata ma anche continuamente alimentata grazie a nuove prospettive e nuove sfide nel rispetto della storia e dell’ambiente montano. Una cultura che è innanzitutto del “fare”. È necessario secondo Simona sporcarsi le mani, scoprire sempre nuove strade per cercare di sopravvivere fuori dalle grandi logiche del mondo urbanizzato lasciandosi coinvolgere al cento per cento. In montagna non ci sono infatti specializzazioni. Chi vive e lavora in un simile contesto sa che tra le buone idee e la loro realizzazione non ci possono essere confini ed è sempre necessario metterci anima e corpo per la loro buona riuscita.
L’esperienza di Simona e Michele è significativa perché ci fa capire come la montagna abbia bisogno, per rilanciarsi, della sensibilità e dello sguardo talvolta portato da outsiders, da nuovi abitanti che hanno fatto una scelta di vita consapevole, per riuscire a ridare ossigeno a questi luoghi.
Roberto Dini