Custodi della montagna è un reportage multimediale e multicanale condiviso tra Radio Beckwith Evangelica (Rbe.it) e Dislivelli (Dislivelli.eu).
Il progetto si è sviluppato attraverso la pubblicazione in simultanea dei testi sulla rivista dell’Associazione Dislivelli, di un programma radiofonico su Rbe, su gallery fotografiche pubblicate sul canale flickr di Dislivelli e su webdoc video pubblicati sul canale youtube di Rbe.
Custodi della montagna racconta, attraverso le voci e le storie dei protagonisti, l’attualità e il futuro dell’approccio al turismo dolce nelle Alpi torinesi e cuneesi, su cui da tempo ragiona le rete Sweet Mountains. Una prospettiva che coniuga saperi nuovi e antichi, lavoro culturale e pratiche di accoglienza; che parla con un linguaggio situato nel presente e gli occhi rivolti al futuro. Perché il domani di queste montagne passerà anche da come i suoi custodi, antichi e moderni, sapranno raccontarla e promuoverla nel mondo.

Sono ormai molti i casi accertati di fughe dalle città in favore di una vita più autentica e genuina, lontana dallo stress e dalle preoccupazioni che i centri urbani non possono esimersi dall’offrire a chi le abita. Non più però le fughe degli anni ‘70, l’isolamento da un mondo “ingiusto e crudele”, ma ponti gettati tra città e montagna, collegamenti che possono migliorare la vita di tutti. Il fil rouge che lega la vita urbana e quella rurale in quota ultimamente passa anche e soprattutto per una nuova forma di turismo “artigianale”, portato avanti in Piemonte Valle d’Aosta e Liguria da persone che gestiscono i Luoghi, rifugi, B&B, piccoli alberghi, campeggi e foresterie, della rete di turismo responsabile Sweet Mountains. Si tratta di centinaia di pionieri, una nuova “categoria di ospiti” sensibili all’ambiente ma anche alla società, alla cultura locale, all’innovazione che si fa tradizione. Nessun trauma, nessuna guerra al modello urbanocentrico, ma la consapevolezza che i tempi stanno cambiando e con loro la cultura del turista, e attraverso un “nuovo patto città- montagna” si può contribuire all’educazione ambientale, sociale e culturale del cittadino per cambiare in meglio il mondo. Recuperando poco alla volta quello che la gente ha abbandonato sulle terre alte per scendere verso la pianura industrializzata oltre cinquant’anni fa: il senso del limite, la necessità di essere solidali, il rispetto per le stagioni e l’ambiente circostante, il rifiuto del superfluo.
Dislivelli e Rbe sono andati a trovarli questi pionieri del nuovo mondo, attraverso un lungo viaggio dalla Valle Maira alla Valle di Susa, attraverso la Val Pellice, la Val Germanasca e la Val Chisone.
Maurizio Dematteis
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