Fin da quando ho iniziato ad occuparmi di Corpo Links Cluster, ho sentito l’esigenza di tenere un diario di quanto stavamo facendo. Di solito diffido di quei progetti che chiedono troppe parole per essere compresi, ma in questo caso il racconto poteva fare la differenza. Ho iniziato il mio diario e, fedele alla mia incostanza, l’ho presto abbandonato. Ora, l’occasione di questo intervento è preziosa per fermare nella memoria alcuni passaggi che sono stati tanto determinanti quanto gli interventi artistici che ne sono risultati.
Corpo Links Cluster inizia banalmente con tanti viaggi in macchina dalla città verso le valli di montagna, molti chilometri e molte ore in cui abbiamo imparato a conoscerci. Abbiamo parlato moltissimo e nei brevi silenzi, prendevano forse forma le prime idee.
Lungo quei chilometri ho imparato a conoscere Enrico Camanni, ho capito che cos’è Dislivelli ecc…
Così è iniziato il lavoro tra parole, silenzi, autostrada e soprattutto tanti incontri. Sindaci, amministratori, guide alpine, sportivi, associazioni, imprenditori grandi e piccoli, sognatori, scettici, entusiasti…. e abbiamo fatto incontrare la fragile umanità delle montagne con alcuni artisti. Abbiamo accompagnato Marco D’Agostin a Pragelato e da lì fino a Cuneo a conoscere Stefania Belmondo. Da questo incontro e con i bambini del Centro Olimpico dello Sci di Fondo è nato First Love, una piccola perla di teatro e movimento che da allora viaggia in tutto il mondo portando il respiro ombroso di una piccola località della Val Chisone.
A Bardonecchia Michele Di Stefano ha trascorso una settimana di residenza nel mese di maggio del 2018, nel periodo in cui la montagna è ancora infelice, tra inverno e estate, ancora bagnata e lontana dal sole. Poi è ritornato alla fine di luglio, beandosi del bel clima delle nostre Alpi. Abbiamo coinvolto Alberto Re che ci ha incantati con i suoi racconti e la sua gentilezza, ci ha guidati sulla Guglia Rossa, la prima gita di gruppo ufficiale del Gruppo CLC. Cresciuto dove la montagna si tuffa nel mare, sulla costiera amalfitana, Michele ha elaborato il suo pensiero sulla montagna. Con Orografia – protagonista proprio Alberto Re – ci ha fatti guardare al ricamo delle cime attorno a Melezet con un gioco di profondità fisiche e visive e con Parete Nord ha dipinto un quadro di notevole profondità. Le volute iperenergiche e ipercinetiche della prima parte dello spettacolo, la notte lunare del secondo raccontano un contrasto spirituale, un paesaggio interiore combattuto tra entusiasmo e inquietudine. La caduta finale di una valanga nera può essere metafora di una Natura sconfitta dall’uomo o dell’uomo sconfitto nella relazione con se stesso e la Natura.
A quel punto il progetto ha trovato la sua strada: fare della montagna tema e contenuto di elaborazione artistica attraverso il corpo e il movimento. Così si è partiti verso la nuova stagione con altri amici, Piergiorgio Milano, Marco Chenevier e Silvia Gribaudi.
Con Piergiorgio Milano abbiamo condiviso fin dall’inizio dubbi, temi, modi per affrontare il nostro e il suo lavoro. Abbiamo fatto riunioni, camminate, macchinate, dormito nei rifugi, elaborato ogni millesimo di pensiero ci potesse aiutare a sciogliere una matassa così contorta come mettere insieme la danza e la montagna. Alla fine si è deciso di lavorare sull’arrampicata e sono partiti gli allenamenti, i laboratori, gli incontri. Più volte Piergiorgio ha raggiunto a Courmayeur la guida alpina Anna Torretta che è diventata mentoring per ciò che riguardava elementi scenici, attrezzatura, esperienza ecc… Il viaggio fisico e mentale di Piergiorgio si è articolato in due esperienza diverse, una performance Au bout des doigts, su falesia in un doppio appuntamento in Francia e Italia, ad Avigliana e infine il palcoscenico con White Out, un’“opera di formazione” sull’alpinismo e le sue storie.
La serata ad Avigliana ha condensato tutta la magia che il teatro sa regalare: “era una notte buia e tempestosa”, le luci e la musica eseguita dal vivo hanno reso magica quella nicchia nascosta che è la palestra di roccia, luogo che condensa un bel pezzo di storia dell’alpinismo piemontese. Solo l’insistenza di una pioggia tanto attesa a rompere un’anomala calura estiva hanno fatto alzare le circa 400 persone accorse ad ammirare i movimenti eleganti dei danzatori sulla roccia. Poi con White Out Piergiorgio si è spinto dentro le pieghe delle storie e delle esperienze di montagna, un racconto che sublima letteratura, testimonianze, aforismi, desideri, protagonismi.
La montagna come ambiente, protettivo oppure ostile è il punto di partenza di Silvia Gribaudi che ha fatto di Prali in Val Germanasca una seconda casa. Il nostro primo viaggio insieme è stato con la neve che poi si è sciolta poi è ritornata ancora. Silvia ha vissuto Prali, ha condiviso il suo tempo con giovani e anziani, maestri di sci, guide, ristoratori, negozianti; ha incontrato la comunità valdese, ha fotografato l’ambiente come sfondo di un essere umano troppo surreale per esserne veramente parte; ha costruito un percorso coreografico riempiendo di vita la bellissima Conca dei 13 Laghi, ha fatto ballare l’intero paese in una festa che è stato rito civile di una comunità che si è raccontata con piccoli gesti e grande partecipazione. E mentre scriviamo stiamo progettando il seguito che, siamo sicuri, ci farà fare lunga strada da Prali verso il resto del mondo.
Con Marco Chenevier abbiamo cercato di capire come il gesto dello sci, così famigliare a chi vive in montagna e di montagna, abbia a che fare con le nostre esperienze della danza. La sensazione dell’estasi, della ricerca del Paradiso, ci dice Marco, dopo aver trascorso due settimane di residenza a Sestriere e incontrando per un laboratorio i giovani atleti dello Sci Club locale. E questo è il prossimo viaggio attraverso i sette cieli di dantesca ispirazione.
Tutto quanto si è raccontato in queste righe è partito dalla città, nelle due direzioni di Torino e Chambery e alla città è ritornato, diverso, costruito, mutato dallo sguardo degli artisti. Quello che abbiamo ricordato qui è solo un piccolo pezzo del nostro progetto, ma per noi è la parte del cuore.
Anna Cremonini
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Culture hybride
Depuis que j’ai commencé à m’occuper de Corpo Links Cluster, j’ai ressenti le besoin de tenir un journal de ce que nous étions en train de faire. En général, je me méfie des projets nécessitant de trop de mots pour être compris, mais en ce cas le récit pouvait faire une différence. J’ai commencé mon journal et, fidèle à mon inconstance, je l’ai vite abandonné. Maintenant, l’occasion de cette intervention est precieuse afin de garder en mémoire certains passages qui ont été determinants, comme les interventions artistiques qui s’en sont suivies.
Corpo Links Cluster commence tout simplement avec beaucoup de trajets en voiture de la ville vers les vallées de montagne, beaucoup de kilomètres et beaucoup d’heures pendant lesquelles nous avons appris à nous connaître. On a beaucoup parlé et pendant les brefs silences, peut-être prenaient forme les premières idées.
Au long de ces kilomètres j’ai connu Enrico Camanni, j’ai compris ce que c’est Dislivelli, etc…
C’est ainsi que le travail a commencé, entre mots, silences, autoroute et surtout beaucoup de rencontres. Maires, administrateurs, guides de montagne, sportifs, associations, petits et grands entrepreneurs, rêveurs, sceptiques, enthousiastes… et nous avons mis en contact la fragile humanité des montagnes et quelques artistes. Nous avons accompagné Marco D’Agostin jusqu’à Pragelato et à partir de là jusqu’à Cuneo pour faire la connaissance de Stefania Belmondo. De cette rencontre et de la rencontre avec les enfants du Centre Olympique du Ski de Fond, est né First Love, un petit bijou de théâtre et mouvement qui, depuis lors, voyage dans le monde entier en emmenant le souffle ombrageux d’une petite localité du Val Chisone.
À Bardonnèche, Michele Di Stefano a passé une semaine de résidence au mois de mai 2018, pendant la période où la montagne est encore triste, entre l’hiver et l’été, encore mouillée et éloignée du soleil. Puis il est revenu à la fin de juillet, bénéficiant du bon climat des notres Alpes. Nous avons impliqué Alberto Re qui nous a enchanté avec ses récits et son amabilité, il nous a conduit sur la Guglia Rossa, la première excursion de groupe officielle du Group CLC. Grandi où la montagne plonge dans la mer, sur la côte amalfitaine, Michele a développé son idée de la montagne. Avec Orografia – protagoniste précisément Alberto Re – il nous a permis de regarder le contour des sommets autour de Melezet à travers un jeu de profondeurs physiques et visuelles, et avec Parete Nord il a brossé un tableau d’une profondeur remarquable. Les volutes hyperénergiques et hyperkinétiques de la première partie du spectacle, la nuit lunaire de la seconde, racontent un contraste spirituel, un paysage intérieur déchiré entre enthousiasme et inquiétude. La chute finale d’une avalanche noire peut être métaphore d’une Nature défaite par l’homme ou de l’homme défait dans la relation entre soi même et la Nature.
À ce point, le projet a trouvé son chemin: rendre la montagne thème et contenu de l’élaboration artistique à travers le corps et le mouvement. Ainsi, nous sommes partis vers une nouvelle saison avec d’autres amis, Piergiorgio Milano, Marco Chenevier et Silvia Gribaudi.
Avec Piergiorgio Milano on a partagé dès le début les doutes, les thèmes, les façons pour faire face à notre travail et au sien. On a fait des réunions, des randonnées, des trajets en voiture, on a dormi dans des refuges, et on a élaboré chaque millième de pensée qui pouvait nous aider à trouver la clé d’une idée si complexe, c’est-à-dire l’idée de mettre ensemble la danse et la montagne. Finalement, on a décidé de travailler sur l’escalade, et donc les entraînements, les ateliers, les rencontres ont commencé. Plusieurs fois Piergiorgio a rencontré à Courmayeur le guide de montagne Anna Torretta qui est devenue notre mentor en ce qui concerne les éléments scéniques, le matériel, l’expérience, etc… Le voyage physique et mental de Piergiorgio s’est articulé autour de deux expériences différentes, une performance Au bout des doigts, sur falaise avec un double rendez-vous en France et en Italie, à Avigliana, et finalement la scène avec White Out, une “œuvre de formation” sur l’alpinisme et ses histoires.
La soirée à Avigliana a condensé toute la magie que le théâtre peut donner: “C’était une nuit noire et orageuse”, les lumières et la musique en live ont rendu magique cette niche cachée qui est la salle de gym de pente rocheuse, lieu qui contient un beau morceau d’histoire de l’alpinisme piémontais. Seulement la pluie persistante et si longtemps attendue à interrompre une inhabituelle chaleur estivale a fait lever les environ 400 personnes présentes pour admirer les élégants mouvements des danseurs sur la roche. Puis avec White Out Piergiorgio s’est introduit à l’intérieur des histoires et des expériences de montagne, dans un récit qui sublime littérature, témoignages, aphorismes, désirs, protagonismes.
La montagne comme environnement, protecteur ou hostile, est le point de départ de Silvia Gribaudi, qui a fait de Prali en Val Germanasca une seconde maison. Pendant notre premier voyage ensemble il y avait la neige, qu’ensuite a fondu et puis est revenue encore. Silvia a vécu Prali, a partagé son temps avec des jeunes et des personnes agées, avec des instructeurs de ski, des guides, des restaurateurs, des commerçants; elle a rencontré la communauté vaudoise, elle a photographié l’environnement comme arrière-plan d’un être humain trop surréel pour en faire vraiment partie; elle a bâti un parcours chorégraphique en remplissant de vie la merveilleuse Conca dei 13 Laghi, elle a fait danser le village entier dans le cadre d’une fête qui a été une cérémonie civile d’une communauté qui s’est racontée avec des petits gestes et grande participation. Et pendant que nous écrivons, nous sommes en train de planifier la suite qui, nous en sommes certains, va nous emmener dans un long chemin à partir de Prali vers le reste du monde.
Avec Marco Chenevier on a essayé de comprendre comment le geste du ski, si familier pour ceux qui vivent en montagne et de montagne, soit lié à nos expériences de la danse. La sensation de l’extase, de la recherche du Paradis, nous dit Marco, après deux semaines de résidence à Sestrières et après avoir rencontré pour un atelier les jeunes athlètes du Ski Club local. Et ceci sera le prochain voyage à travers les sept cieux d’inspiration dantesque.
Tout ce qu’on a raconté dans ces lignes a commencé en ville, dans les deux directions de Torino et Chambéry pour revenir à la ville, différent, construit, changé par le regard des artistes. Ce qu’on a rappelé ici, c’est juste une partie de notre projet, mais à nos yeux, c’est la partie du cœur.
Anna Cremonini