Mi rendo conto che può apparire fuori luogo, in periodo di patto di stabilità e comuni ridotti al limite della sopravvivenza, parlare di tutela della biodiversità da parte dei comuni alpini. Ma siccome la tutela dell’ambiente e della biodiversità va oltre la crisi economica (anche se qualcuno può essere portato a pensare che, come per la cultura, anche con la tutela dell’ambiente non si “mangi”) ne parleremo ugualmente. Sono circa 30.000 le specie animali e 13.000 quelle vegetali presenti nelle Alpi.
La loro riproduzione e sopravvivenza è tutt’altro che scontata. Per riprodursi e diffondersi è essenziale che animali e vegetali dispongano di connessioni ecologiche, ossia possano spostarsi liberamente. Sono diverse le forme di pressione antropica che possono alterare i fragili equilibri della natura: infrastrutture, agricoltura intensiva, turismo di massa, sfruttamento eccessivo dei corsi d’acqua e loro regimazione e tutto ciò che costituisce una barriera che limita la possibilità di diffusione per animali e piante. Un corso d’acqua è un ottimo collegamento tra diversi habitat, ma se il corso viene interamente prosciugato la sua funzione viene a mancare. Se due aree verdi sono separate da un’arteria stradale sarà pressoché impossibile per la fauna spostarsi. Strade, autostrade e ferrovie sono spesso costruite senza tenere conto di questa esigenza. Analogamente mantenere delle aree a pascolo o prato anziché lasciarle al bosco invasivo, oltre che alla cura del paesaggio antropico contribuisce a conservare alcune specie. Non ci rendiamo conto della gravità delle conseguenze che comporta la perdita anche di una sola specie.
Che cosa possono fare i comuni alpini per conservare la biodiversità? Per rispondere a questa domanda e sensibilizzare i comuni ad attuare misure che favoriscano l’interconnessione tra gli habitat, la CIPRA ha realizzato un video nel quale vengono presentati alcuni interessanti esempi. Nel filmato alcuni responsabili comunali del Dipartimento francese dell’Isère, dell’Engadina e dell’Alto Adige mostrano le loro iniziative a favore dell’interconnessione degli spazi vitali. A volte sono sufficienti piccoli accorgimenti, anche a costo zero, per rendere meno frammentati, e quindi più vivibili, gli habitat. In alti casi basta adottare accorgimenti in fase di pianificazione o di realizzazione di interventi sul territorio. Le misure per la connessione degli habitat non sono soltanto un “lusso“ al quale si dedicano gli ambientalisti; i protagonisti del video testimoniano come gli effetti di tali misure non vadano solo a vantaggio della natura, ma anche dell’uomo e della qualità della vita.
Il film, della durata di 15 minuti, è disponibile gratuitamente in DVD in lingua italiana, tedesca, francese, slovena e inglese ed è scaricabile da internet dalla pagina www.alpine-ecological-network.org/film-comuni Sul sito, oltre al film, un trailer di due minuti e altre indicazioni su come un comune può intervenire a favore della connettività ecologica, un catalogo con possibili misure di implementazione, una banca dati di esperti e una cartina interattiva che consente di rappresentare il potenziale di interconnessione di qualsiasi area.
Francesco Pastorelli