Cosa significa essere giovani nel 2022?
Per molti significa avere meno di 30 anni, per altri “essere giovani non dipende dall’età anagrafica ma da come ti senti”, troppo spesso significa non essere pagati per il lavoro che si svolge “perché sei giovane e devi fare la gavetta” (anche se hai una laurea magistrale, 2 master e parli 3 lingue), significa lavorare 12 ore al giorno, 7 giorni su 7 e ringraziare se hai quel lavoro sottopagato per il quale spesso ti chiedono di aprire la partita Iva, essere giovani a volte significa essere coraggiosi e ribellarsi a condizioni di lavoro che conducono al burn out (anche se non fai un lavoro considerato “usurante”) per cercare migliori condizioni di vita, spesso lontano dalla propria famiglia o fuori dai confini nazionali.
Mentre molti sono intenti a capire come “sfruttare” al meglio l’inesperienza dei giovani e la loro inarrestabile voglia di crescere apprendendo, quasi nessuno comprende quale immensa risorsa rappresentino: i giovani hanno competenze, voglia di sperimentare, entusiasmo, sono caparbi, attenti a cosa accade intorno a loro, calibrano le loro azioni in base all’impatto che possono generare, hanno voglia di cadere e ancor più voglia di rialzarsi per riprovarci di nuovo, hanno l’energia che serve per generare dei cambiamenti. I giovani sono una risorsa immensa che, un po’ come il nostro pianeta, si tende a sottovalutare e sfruttare.
Sapete che anche il team NATworking è costituito da giovani?
Siamo 15 tra cofondatori di NATworking APS e collaboratori: un gruppo che si è formato proprio perché voleva generare un cambiamento nel mondo del lavoro e nelle aree marginali del nostro paese, quelle aree ricche di una cultura ormai quasi dimenticata. Come giovani ci siamo spesso chiesti: “Che cosa potrebbe succedere se la voglia di cambiare il mondo di un giovane incontrasse il fragile equilibrio delle aree interne?” Per non rimanere con il dubbio, abbiamo costruito 3 occasioni “young friendly” in territori pilota grazie alle quali ben 28 giovani, da aprile a giugno 2022, abiteranno temporaneamente 6 presidi della rete NATworking per rispondere a un bisogno specifico del territorio. In cambio i giovani professionisti potranno sperimentare modi di vita alternativi e sostenibili, a contatto con la natura. Abiteranno temporaneamente le aree interne e lasceranno le proprie impronte nel territorio che li ospita.
#1
“it’s a match!? Rispondi ai bisogni della montagna: diventa abitante temporaneo” è una call pilota grazie alla quale Francesca, Eloisa, Maria Carla ed Elena avranno la possibilità intrufolarsi tra gli abitanti dell’Ecovillaggio di Torri Superiore, con lo scopo di supportare la struttura nella gestione dei canali di comunicazione principali; Andrea sarà ospitato dalla banda di Borgata Paraloup per la realizzazione di fotografie utili a alla narrazione della Borgata; Gianluca, Alice, Maria, Fabio, Alessia e Silvia diventeranno abitanti temporanei di San Pietro Monterosso dove ha sede l’Ecomuseo Terra del Castelmagno, si occuperanno di attività di ricerca e faranno interviste a esperti locali; infine Edoardo realizzerà strutture outdoor presso l’azienda Agricola La Tabacca.
#2
Il workshop di co-design e autocostruzione “NAToffice”, organizzato in collaborazione con Associazione Cantieri d’Alta Quota e Istituto di Architettura Montana del Politecnico di Torino, vuole attrezzare spazi pubblici dei Comuni di Inverso Pinasca (To) e di Saint Marcel (Ao) ad accogliere la nuova utenza di nomadi digitali. Con 12 giovani architetti e 2 maestranze locali, abbiamo co-progettato e auto-costruito due NAToffice, strutture per lavorare o studiare comodamente all’aria aperta, realizzate con legno a km0. Queste nuove strutture potranno essere replicate nei presidi NATworking che hanno bisogno di spazi di lavoro outdoor.
# 3
Ma non è finita qui! Dal 2 al 5 giugno, il Comune di Inverso Pinasca ospiterà la crew di Hackustica, giovane start up pugliese che promuove l’utilizzo di materiali naturali, sostenibili e di riuso, per la realizzazione di strutture e tecnologie finalizzate a migliorare l’esperienza acustica in spazi per il pubblico spettacolo, luoghi per la didattica e per il lavoro.
I ragazzi di Hackustica realizzeranno per noi un prototipo che potrà esser replicato in altri presidi NATworking, per migliorare la permanenza di lavoratori in spazi di lavoro ibridi.
Quante connessioni attivate da un gruppo di giovani?!
Tutte queste esperienze, queste buone pratiche, questi segnali di cambiamento non sono di facile realizzazione, al contrario comportano un utilizzo di risorse mentali, fisiche ed economiche non indifferente. Di queste storie si parla sempre troppo poco, forse perché a portarle avanti sono “giovani” inesperti senza fama e gloria, o forse perché proviamo più piacere a lamentarci dei giovani che non vogliono sottostare ai ritmi estenuanti a cui vengono sottoposti in determinati contesti lavorativi, e poi vengono etichettati “scansafatiche”. Pensiamo che sia importante contestualizzare le scelte dei giovani e che ci siano tantissime altre storie che potrebbero essere raccontate, storie che mettono in luce l’impegno, l’energia e i cambiamenti che i giovani mettono in atto ogni giorno.
Noi siamo giovani, e vogliamo lavorare per i giovani e con i giovani per mantenere viva la parte più vera e autentica del nostro paese. Oltre ogni limite!
Giulia Cerrato e Chiara Guidarelli