Dal 5 all’8 settembre un gruppo di appassionati del lupo hanno visitato la Val Soana, una delle due valli del versante piemontese del Parco nazionale del Gran Paradiso, per conoscere un territorio alpino di elevato pregio ambientale, la cui biodiversità si è recentemente arricchita con la presenza del lupo. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione Canis lupus Italia – Centro per lo studio e la documentazione sul lupo in collaborazione con il Parco nazionale del Gran Paradiso. La breve stagione turistica era ormai terminata nella valle canavesana, tanto che un paio di strutture turistiche avrebbero già chiuso i battenti, e hanno invece prolungato l’apertura di una settimana proprio per l’arrivo della comitiva, più di venti persone provenienti da diverse regioni, in prevalenza dalla Toscana. Durante il soggiorno si sono svolte attività sul campo – escursioni, osservazioni dell’ambiente, ricerca di tracce, posa di videotrappole – e un incontro pubblico di approfondimento e confronto con il settore ricerca scientifica del Parco. Più in generale, lo spirito dell’iniziativa è stato di portare un gruppo di appassionati della natura, e in particolare del lupo, a scoprire una valle che ha molto da offrire sul piano ambientale, storico e culturale e che con il ritorno lupo ha ottenuto, per così dire, un sigillo di qualità che certifica l’eccellenza del proprio patrimonio naturale. Da questo punto di vista, il campo è riuscito al di là di ogni aspettativa: tutti i partecipanti sono rimasti entusiasti delle bellezze naturalistiche della valle e dell’esperienza intensa che si assapora vivendo alcuni giorni in borgate non toccate dal turismo di massa. Un apprezzamento accompagnato dall’incredulità per la scarsa valorizzazione di queste eccellenze in chiave turistica.
Ma la sorpresa più emozionante è giunta al termine del soggiorno, scaricando le immagini riprese dalle videotrappole installate in collaborazione con il personale del Parco: proprio lui, il soggetto principale dell’iniziativa, ha voluto mostrarsi in pieno giorno e con un aspetto tutt’altro che minaccioso. I pochi secondi di questo video sembrano spazzare via l’immagine del lupo nero, figlio della notte cattivo e affamato: è rossiccio, dall’aspetto bonaccione, in perfetta forma e se ne va a spasso preceduto dal figlioletto (compare per pochi secondi, in alto a destra dell’inquadratura). Solo un po’ impudico, ma non immaginava certo di essere osservato!
Tutto bene dunque? Ovviamente non mancano i problemi: come sempre la ricomparsa del lupo suscita sentimenti contrastanti tra gli abitanti, che sfociano non di rado in un allarmismo assolutamente ingiustificato, almeno per quanto riguarda il rischio per le persone. Occorre tuttavia riconoscere che la presenza del predatore apre conflitti con la pastorizia, un settore per altro già in crisi per una serie di problemi specifici. Adottando appropriate pratiche gestionali si riesce a prevenire, o almeno a minimizzare, il conflitto tra predatori e zootecnia. Di queste tematiche Duccio Berzi, presidente dell’associazione Canis lupus Italia, si occupa a livello professionale. Negli ultimi anni si è dedicato principalmente a mettere a punto e realizzare sul campo interventi di prevenzione per la mitigazione del conflitto, lavorando a fianco di allevatori di tutta la Toscana, una regione in cui il lupo è presente con una densità molto alta.
È quindi fondamentale, soprattutto nelle aree in cui il predatore è tornato da poco, impostare un’adeguata strategia di prevenzione e far passare informazioni corrette.
Carlo Gubetti