«Intanto, faccio una precisazione. Le persone che soggiornano qui non sono ‘clienti’, ma ‘ospiti’. Entrano in casa nostra, prendono il tè seduti al tavolo della cucina e si scaldano intorno alla stube della stanza centrale: nel nostro caso l’ospitalità si definisce come un rapporto tra chi accoglie e chi viene accolto. Ci conoscono così e credo ci scelgano proprio per questo». Adelaide Rossett, gestrice del Bed & Breakfast Pankeò di Crépin, mi ricorda quanto siano importanti le definizioni, tracciando al contempo una netta linea di confine tra l’offerta delle tante microstrutture che punteggiano la Valtournenche e quella dei comprensori più ampi, sempre più anacronistici rispetto alle richieste dei turisti valdostani.
«Vivere e lavorare qui è una fortuna – racconta –. Il Cervino fa di queste località un territorio privilegiato. Eppure inverno ed estate continuano a essere due universi distinti. Il primo “gettonatissimo”, visto il collegamento degli impianti di Valtournenche con la stazione di Breuil-Cervinia, e il secondo ancora troppo sottovalutato rispetto alle possibilità che il territorio offre in questa stagione». In inverno sono gli stranieri a frequentare maggiormente la valle. «Provengono soprattutto dal Nord Europa – spiega Adelaide – e in questi ultimi anni abbiamo ospitato anche diversi russi. All’inizio ero dubbiosa: tutti i miei colleghi sconsigliavano di aprirmi al turismo russo, tradizionalmente difficile e culturalmente distante da noi. Poi ho iniziato a ospitare qualche coppia e mi sono trovata benissimo: sono persone squisite». Tra le attività invernali primeggia lo sci da discesa, seguito da quello nordico, per cui Valtournenche offre ancora poche possibilità. Gli scialpinisti invece si concentrano nei giorni del Trofeo Mezzalama e restano, in generale, più difficili da intercettare, perché se la sbrigano in giornata. Gli italiani arrivano con l’estate. Sono amanti della tranquillità e del contatto con la natura, curiosi di conoscere il territorio e la cultura locale: partecipano a eventi e appuntamenti della Valtournenche, prediligono i ristoranti e le tavole calde che propongono piatti della tradizione e si fanno consigliare i prodotti della valle, che acquistano direttamente dai produttori. «Sono alla ricerca dell’“autenticità” – prova a interpretare Adelaide –. Cercano la natura, sono rispettosi di persone e luoghi e curiosi di quello che gli viene raccontato sulle realtà locali. Io penso ci sia una selezione naturale: perché chi arriva da noi avendo acquisito informazioni attraverso il sito, o per passaparola, alla fine condivide le nostre idee». Da qualche anno però hanno iniziato a fare vacanze più brevi, dimezzando il periodo di permanenza al B&b.
Anche a Valtournenche sono i flussi turistici a scandire i ritmi della struttura. Da sempre, il periodo di maggio e quello autunnale passano tra i lavori di routine. In quei mesi Adelaide si dedica alle pulizie, fa piccoli interventi di manutenzione e, con l’aiuto dei figli, sistema la legna per l’inverno. E pensa a quanto sarebbe bello riuscire a convincere i suoi ospiti delle potenzialità delle mezze stagioni.
Daria Rabbia

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