«In un periodo storico in cui il turismo leggero e responsabile, solidale, come mi piace definirlo, sta crescendo, la Val Pellice ha carte interessanti da giocarsi. Abbiamo la possibilità di far conoscere il nostro territorio snaturandolo il meno possibile e, anche se fatichiamo ancora a unire le forze, sono convinto che nel momento in cui riusciremo a farlo, lavoreremo tutti meglio. E ci sarà spazio anche per altri». Luca Ferrero Regis gestisce, insieme alla compagna Paola Sandroni e alla figlia Gaia, Casa Payer, una cascina di pietra ristrutturata con la passione per la bioedilizia che si trova a 550 metri di altitudine, nei boschi sopra Luserna San Giovanni. Qui, invitano i loro ospiti a sperimentare un rapporto diverso con la natura, riappropriandosi della magia e della bellezza dei paesaggi e dei rilievi della Val Pellice. Un’esperienza di vita «veg an’ wild», vegetariana, rurale, in armonia con l’ambiente di una valletta nascosta, poco antropizzata, dove oggi c’è un piccolo ecosistema: «Scordatevi i boschi da image bank, ordinati, simmetrici e perfetti: la natura che ci circonda è selvatica», precisa Luca.

La struttura è stata recuperata guardando alle case in terra cruda indiane, che Paola e Luca hanno avuto modo di conoscere e ammirare nella loro lunga permanenza in India. I materiali per la ristrutturazione sono locali: uno storico calcificio di Piasco ha fornito la calce e il cocciopesto, utilizzati per gli intonaci, mentre il legno di castagno proviene dalla Val Pellice. Poco il cemento gettato, ridotti al minimo l’impianto elettrico e i campi elettromagnetici per assicurare una permanenza rilassante agli ospiti: il B&B offre tre ampie camere indipendenti, calde e colorate. Per essere ancora più leggeri con l’ambiente, Paola e Luca sfruttano il calore del sole, l’isolante vegetale, la legna del bosco e l’acqua piovana, raccolta in ampi serbatoi adiacenti alla struttura. «Casa Payer è un esempio di quella che definisco bioedilizia gandhiana: un approccio alla portata di tutti – continua Luca –. Servono prezzi abbordabili, perché non tutti possono permettersi gli arredi del marchio blasonato e la bioedilizia ha senso se la adottano in tanti: l’impatto sull’ambiente diminuisce solamente se diverse persone fanno una certa scelta».
Dal 2008 hanno deciso di aprire la loro dimora ai turisti, accogliendo italiani e stranieri, provenienti dalla Francia e dalla Germania. Non sono mancati americani e finlandesi, attratti non tanto dal rilievo turistico della destinazione quanto dalla possibilità di osservare e vivere la natura che circonda Casa Payer nella sua quotidianità. «Cerchiamo di proporre la natura non come parco giochi, ma come presenza e compagna di vita – precisa Luca –. Per la maggior parte dei nostri ospiti è un cambio di prospettiva, o meglio un nuovo punto di vista che mette al centro l’ambiente come spazio di cui l’uomo fa parte senza esserne anche il centro. Qui si può sperimentare quella che definisco “felicità silenziosa”, la serenità che si prova quando si è lontani dal movimento e dai rumori della città».

«Alcuni usano la casa come base per fare delle escursioni, anche impegnative, in Val Pellice o nelle zone vicine: sono autonomi, preparati e organizzati – continua Paola, presentando gli ospiti del B&B –. Altri scelgono di fermarsi e vivere questo posto: riposano, leggono, scrivono e vanno alla scoperta del bosco che circonda Casa Payer, costruendo, passo dopo passo, una piccola mappa delle possibilità che si sono qui intorno. Qualcuno si imbosca tra le amache, altri si tuffano nel torrente, altri ancora partecipano attivamente alla vita del B&B, aiutandoci nella raccolta della legna oppure nell’orto, per la cura delle erbe, della frutta e delle verdure». Chi soggiorna a Casa Payer partecipa alla scelta di vita della famiglia ospitante: Paola, Luca e Gaia sono vegetariani e fanno provare la loro cucina agli ospiti, che vengono invitati a partecipare alla panificazione e alla cottura di pani e pizze nel grande forno a legna della struttura e alla preparazione del tofu a partire dal fagiolo di soia. «E se qualcuno ci chiede il latte o il burro per la colazione, lo compriamo da chi sa prendersi cura dei suoi animali», precisano i gestori del B&B.
L’incremento delle libere professioni ha assicurato a Casa Payer una frequentazione anche nei giorni infrasettimanali. Alcuni lavoratori autonomi che riescono a gestire il carico di lavoro in un numero inferiore di giornate sulla settimana, decidono di spendere gli altri giorni in Val Pellice, dedicando del tempo di qualità a se stessi e/o alla propria famiglia. «Chi viene a trovarci non lo fa solamente per avere una stanza e una colazione a monodosi di marmellata e burro e a succo di arancia in bustina – conclude Luca –. I turisti che vengono qui sono alla ricerca di qualcosa che non è valutabile dal numero delle stelle: desiderano ricevere accoglienza, informazioni sul luogo che stanno visitando, storie di vita. In un’epoca in cui disponiamo di mezzi di comunicazione molto efficienti siamo sempre connessi ma, allo stesso tempo, isolati: fare turismo con un B&B come il nostro è l’opportunità per ritrovare un po’ di socialità».
Daria Rabbia