Davide Zambon, “Attraverso”, autoproduzione 2021, 174 pp.
Un giorno ci si sveglia con una malsana idea di avventura, con un desiderio di impresa, con il pensiero di misurarsi con se stessi e si comincia a parlarne con gli amici. Si mette mano alle carte, si consulta il web e si sogna la possibile meta della grande sfida. Sicuri che tanto la concretizzazione del sogno rimarrà sempre lontana, che c’è tempo e probabilmente la partenza non arriverà mai. Poi in breve la situazione precipita, non si riesce a rallentare e non si può più tornare indietro: cartine, video, forum, testimonianze e l’adrenalina che cresce. Fino a che una mattina ci si trova avviluppati nel sacco a pelo in una posizione improbabile, all’interno di un’auto ferma e gelida, dalle gomme squarciate, sferzata da folate di pioggia e vento a centinai di chilometri orari. In Islanda.
Questo è il prologo dell’avventura vissuta da Davide Zambon, che nel suo primo libro “Attraverso”, scrive un resoconto di viaggio divertente e appassionante vissuto con l’amico Marco. I due hanno attraversato a piedi l’Islanda nell’estate del 2010 lungo l’Iceland traverse, dalla Capitale del nord Akureyri alle spiagge di Skogar, per 330 chilometri. Un’impresa già di per sé impegnativa, ma resa ancora più estrema da eventi atmosferici straordinari: una delle estati più piovose degli ultimi 30 anni e l’anno dell’esplosione del vulcano Eyjafjalljokull.
Maurizio Dematteis