La recente impennata dei costi del gas spinge molti cittadini a cercare fonti di riscaldamento alternative, più sicure e meno care. Tra queste c’è il legno, il più antico tra i combustibili, ma anche importante materia rinnovabile. In questi ultimi mesi esso è diventato oggetto di ricerche spasmodiche da parte di molti italiani, terrorizzati di rimanere al freddo. Oramai è impossibile trovare legname stagionato nei canali di approvvigionamento usuali, per non parlare dei costi, diventati proibitivi. Eppure questa corsa all’acquisto non si ferma, l’impulso è umano e comprensibile: sebbene costosi legna e pellet non possano essere chiusi come un rubinetto del gas. Si tratta di un’emergenza che ancora una volta coglie il Paese totalmente impreparato e non solo per la mancanza di pellet di produzione italiana. Ora serve una programmazione diversa. Gli impieghi energetici delle biomasse legnose, in particolare quelli termici, se ben gestiti, non solo possono essere una valida alternativa all’utilizzo di energia fossile, ma possono essere un complemento importante nella gestione sostenibile delle foreste, permettendo di valorizzare il legno non impiegabile per costruire beni durevoli, dalle case agli oggetti.

Le biomasse legnose sono una componente essenziale della transizione energetica, ma soltanto se usate in modalità efficienti, con ottimi impianti di combustione con tutti gli accorgimenti del caso, compreso l’utilizzo di filtri abbattenti per non aumentare le emissioni di particelle sottili e se provenienti da filiere locali sostenibili e dopo adeguata stagionatura. Un modello in cui si sostituiscono le caldaie a fonti fossili in edifici inefficienti con impianti di combustione scadenti, alimentati con ciò che costa meno e gestiti da utenti che non hanno idea di quanto influiscano le proprie azioni e la qualità dei combustibili sulle emissioni è dannoso sia per la qualità dell’aria, sia per l’economia rurale e sia per le foreste. La lievitazione dei prezzi e l’attuale scarsità dell’offerta di biocombustibili sostenibili hanno radici in un processo di transizione energetica che, finora, non ha espresso appieno le proprie potenzialità. L’attuale crisi energetica può e deve essere l’occasione per riconoscere valore al lavoro di qualità di quelle numerose imprese boschive locali che hanno scelto la sostenibilità forestale come propria strategia aziendale. Può e deve essere l’occasione per rendersi conto che il legno è un combustibile complesso, che va utilizzato nelle migliori condizioni tecniche per non inquinare.

E’ importante promuovere una specifica pianificazione forestale soprattutto laddove si pratica di consueto l’utilizzazione dei cedui. In un momento critico come quello che stiamo vivendo non deve arrestarsi quella crescita culturale in cui prendere coscienza che il legno è un materiale prezioso, il cui primo impiego non può essere la combustione e che, anche nelle frazioni destinate ad energia, deve essere utilizzato correttamente, in edifici efficienti e coibentati, in modo da ottimizzare la risorsa e, a parità di quantità impiegate, scalzare la più ampia quota possibile di combustibili fossili.

Vanda Bonardo, Presidente di CIPRA Italia