Cantina Les Crêtes
Luogo: Aymavilles (Ao)
Quota: 640 m slm
Progetto: arch. Domenico Mazza
Cronologia: 2011-in corso
Situato nel cuore della Valle d’Aosta, sulla sinistra orografica della Dora, Aymavilles è una delle terre simbolo della viticultura “eroica” di montagna, basata su una sapiente combinazione di terrazzamenti storici ed individuazione delle migliori zone microclimatiche. Un’operazione che ha permesso nell’ultimo ventennio la riscoperta dei pregiati vitigni autoctoni (Petit Rouge, Fumin, Petite Arvine, Gros Rouge, Cornalin, Mayolet, Prëmetta) e l’introduzione dei vitigni più internazionali (Pinot Noir, Chardonnay, Syrah).
E’ in questo territorio che l’architetto Domenico Mazza ha realizzato per la cantina Les Crêtes una nuova sede dall’aspetto decisamente contemporaneo.
Il ripensamento in chiave contemporanea degli spazi della produzione enologica non è certo fenomeno nuovo. Molti territori vitivinicoli d’eccellenza già da anni hanno utilizzato l’architettura del vino come strumento per ripensare la propria immagine e come volano per rilanciare l’attività produttiva e turistica. L’americana Napa Valley è sicuramente il caso più celebre ma anche l’austriaco Vorarlberg o, per tornare in territorio italiano, l‘Alto Adige e le Langhe piemontesi, possono rappresentare dei buoni termini di paragone. Da questo punto di vista la Valle d’Aosta, pur vantando un’interessante produzione viti-vinicola, fino ad ora non aveva puntato su un ripensamento contemporaneo delle proprie strutture: le cantine recenti sinora si erano mosse o verso un vernacolare più o meno posticcio o verso l’anonimato dei contenitori produttivi prefabbricati.
Il progetto di Les Crêtes rappresenta quindi una novità importante, soprattutto se considerata in chiave territoriale, e sarà interessante osservare in che modo si ripercuoterà sul milieu valdostano: rappresenterà infatti l’inizio di un nuova fase in cui il mondo enologico valdostano proverà a entrare in competizione (anche in termini di immaginari) con il territori prima elencati (Alto Adige e Vorarlberg su tutti) o resterà un unicum, forse tacciato di essere autoreferenziale e un po’ pretenzioso.
Ma parliamo più nello specifico dell’edificio.
La nuova sede della cantina Les Crêtes nasce in realtà dalla trasformazione di un precedente progetto di ampliamento già avviato dalla proprietà e poi rivisto. L’architetto Mazza ha perciò dovuto pensare al proprio edificio partendo da alcune strutture in cemento armato già presenti che ne hanno fortemente influenzato l’impianto insediativo.
La cantina appare come una grande tettoia in legno lamellare, coperta in lamiera e con le tamponature verticali quasi esclusivamente vetrate. Il profilo complesso della costruzione – che da lontano ricorda quasi quello di un massiccio montuoso – nasce dalla compenetrazione di diversi volumi semplici tra loro inclinati. Quando cala la sera, il sapiente uso di trasparenze ed illuminazione non fa che accrescere il carattere decostruttivista, quasi espressionista, di quest’opera.
Sotto questa grande corte coperta trovano spazio i diversi ambienti della produzione, della vendita e anche del loisir tenuti insieme da un interessante percorso di visita. Il logo della cantina si fa scultura e diventa il soggetto principale di questa nuova piazza del vino.
Roberto Dini e Mattia Giusiano
Credo che l’architettura utilizzata da Mazza sia l’insediarsi finalmente anche in valle d’aosta di una cultura nuova e di una prospettiva completamente diversa. Il coraggio di rompere gli schemi da forza alla struttura e aprirà sicuramente nuove ” vie “. Complimenti alla committenza per il coraggio nell’accettare un progetto così innovativo ma dal risultato veramente sorprendente.
Christian.
Il sodalizio che si crea tra un arcitetto ed un “luogo” ed un “tema” è simile al sentimento che nasce tra un alpinista e la vetta.
Un percorso fatto di fatica, di amore, di odio, di perseveranza e al fine di raggiungimento dell’obiettivo.
Credo che Mazza abbia, insieme e grazie alla fiducia del suo Committente raggiunto la vetta di questo progetto.
Spero che questo intervento rappresenti uno dei punti di partenza su cui fondare una fase di rinnovamento creativo dell’architettura di valle che, partendo dalle proprie radici, riesca a rielaborare un linguaggio architettonico contemporaneo.
Complimenti
Gian Luca