Il Parco Regionale delle Alpi Liguri è nato nel 2007, dopo una storia decisamente travagliata (la sua istituzione venivà già contemplata da una legge regionale ligure del 1977). A tre anni dalla nascita formale, l’attività del parco sembra ancora dover decollare a pieno. Il convegno “Le meraviglie delle Alpi Liguri”, che si è tenuto a Pigna (Val Nervia) lo scorso 2 ottobre, ha rappresentato una vetrina per il futuro di quest’area protetta. Per capirne di più abbiamo intervistato Paolo Ramella, direttore del parco.

Quali sono le caratteristiche del Parco Regionale delle Alpi Liguri?
L’area protetta si estende in un territorio che è fondamentale tutelare per almeno due motivi. Il primo è quello naturalistico, più legato all’idea tradizionale di parco. Ci troviamo in una zona d’incontro tra le Alpi e il mare, dove si intersecano elementi alpini e mediterranei, generando un microclima unico e uno dei tassi di biodiversità più alti d’Europa, tanto che l’area viene considerata uno dei dieci principali hotspot della biodiversità nel Mediterraneo.
Il secondo aspetto riguarda la storia specifica di quest’area. Il Parco cerca di contrastare il vero fattore di degrado del territorio, che qui non è tanto la speculazione, quanto l’abbandono. Oltre al compito di tutelare le aree di maggiore valore naturalistico, ci siamo quindi assunti anche quello di riattivare le economie locali, difendendo così il paesaggio storico.
Un terzo elemento da non dimenticare è quelle delle relazioni – ancora in gran parte potenziali – con i due grandi parchi che ci circondano, quello piemontese delle Alpi Marittime e quello francese del Mercantour.

Qual è il rapporto tra il parco e le popolazioni locali?
Inizialmente c’è stata una grande opposizione all’istituzione di un’area protetta da queste parti. Gli abitanti del territorio interessato temevano che questo avrebbe messo ulteriormente in difficoltà la già fragile economia locale, immaginando il parco secondo le concezioni vincolistiche che erano diffuse qualche tempo fa. Al contrario gli ambientalisti ritenevano troppo “fragile” la tutela di un parco che cercava di non ostacolare l’economia locale e l’attività dell’uomo. Oggi che finalmente il parco è nato, molti sembrano avere capito le opportunità che la sua presenza può offrire al territorio, anche se le diffidenze continuano ad esistere.

Quali sono i principali progetti ai quali il parco sta lavorando?
Il parco è nato in un momento di profonda crisi economica, quindi ci sono state delle difficoltà a reperire i finanziamenti per avviare il lavoro a pieno regime. Per ora abbiamo cercato di radicarci sul territorio, con attività di educazione ambientale e la creazione di un sistema di punti informativi a disposizione sia dei turisti che della comunità locale. I prossimi progetti riguardano la riattivazione delle antiche strade militari tra Italia e Francia ed il potenziamento della rete sentieristica (con un collegamento tra Alta Via dei Monti Liguri e Gta) e dei rifugi di montagna. I principali obiettivi riguardano la collaborazione con i grandi parchi che ci circondano, Alpi Marittime e Mercantour, e la creazione di un’offerta turistica alternativa a quella di massa della costa, che possa contribuire anche al sostegno dell’economia locale.
Giacomo Pettenati

Info: http://www.parks.it/parco.alpi.liguri/
http://parcoalpiliguri.eu