Nell’anno 2003 un gruppo di sette allevatori di Terento, in Alto Adige, fonda una cooperativa denominata “Agrarenergie Terenten”, con lo scopo di costruire e di gestire un impianto biogas nel piccolo comune montano. Con un duplice scopo: diversificare le fonti di energia e risolvere il problema dell’odore di letame e liquami prodotti dagli allevamenti. Problema di non poco conto che assilla molti dei comuni a forte vocazione turistica dell’Altro Adige.
«L’impianto a biogas è in funzione da gennaio del 2006, e oggi il nostro consorzio conta ben 48 allevatori membri – speiga Reinhold Weger, presidente della cooperativa – e gestisce letame e liquame di 900 unità di animali adulti. Produciamo 4.500 Kw/ora di corrente elettrica e 3.000 kw/ora di calore ogni giorno. La corrente elettrica viene venduta al gestore Enel con un incentivo di 18 centesimi a kw, mentre il calore viene introdotto nella rete di teleriscaldamento del Comune».

Terento è un piccolo comune di 1800 abitanti, situato in Alto Adige intorno ai 1200 metri d’altitudine. Conta ben 100 aziende agricole che allevano animali, da 2 a 100 capi. Ma data la sua vocazione turistica, nella stagione estiva aveva un grosso problema di smaltimento di letame e liquami prodotti dalle bestie.
«All’inizio degli anni 2000 abbiamo cominciato ad effettuare dei sopralluoghi  nelle zone alpine della Germania – continua Weger – per vedere come affrontavano il problema.  E abbiamo visto gli impianti a biogas che ci hanno favorevolmente colpito». Tornati in Italia gli allevatori di Terento si sono fatti fare un preventivo: 2, 3 milioni di euro tra strada d’accesso, acquisto di un ettaro di terreno e realizzazione dell’impianto. «Abbiamo raccolto 70 mila euro di capitale sociale, ottenuto il 42% dell’investimento a fondo perduto dalla Provincia autonoma e siamo andati in banca a chiedere il resto. In 10 anni contiamo di rientrare dell’investimento».
Nel 2016 quindi l’impianto, salvo sorprese, dovrebbe risultare pagato. E nel frattempo dà lavoro a tre dipendenti a tempo pieno, un camionista a mezza giornata e due persone un’ora al giorno per il controllo tecnico dell’impianto. Ha un costo di 58 mila euro annui e un utile di 14 mila euro.
Si prevede un’espansione di questi tipi d’impianto. Tre nuove domande sono state già depositate in Provincia. Con l’incentivo di 28 centesimi e la possibilità di smaltire i liquami, che ormai da metà maggio a metà settembre i contadini non possono più mettere fuori stalla a causa dell’odore, molto probabilmente in Alto Adige ne salteranno fuori degli altri. Magari mettendo insieme più comuni per effettuare un risparmio di scala.
Matteo Puttilli