“Checiazzecca il carcere con la montagna?”, direbbe un famoso politico del deprimente teatrino politico italiano. A prima vista niente. Anzi, potrebbero essere considerati due mondi agli antipodi. Ma grazie al Parco nazionale del Gran Paradiso e alla cooperativa Codiceasbarre, oggi i grandi spazi di libertà delle nostre montagne e gli ambienti reclusi del carcere si incontrano. In un bel progetto denominato “Libero di vivere”: cioè la realizzazione di magliette, berretti, braccialetti con il marchio “Parco nazionale del Gran Paradiso” realizzati da donne detenute nella casa circondariale di Vercelli. Il progetto nasce dall’incontro di due missioni: l’impegno della cooperativa Codiceasbarre di valorizzare le competenze professionali di donne carcerate, in vista di un reinserimento civile e occupazionale nella società esterna al carcere, e la ricerca da parte del Parco di una realtà che potesse porre attenzione alla realizzazione di abbigliamento e gadget con materiali eco-compatibili.
Sono state realizzate due linee di abbigliamento, una per gli adulti e una dedicata ai più piccoli, con colori e animali del Parco del Gran Paradiso. Su magliette, berretti e braccialetti, oltre al logo del Parco, campeggia lo slogan “Libero di vivere”, espressione del legame simbolico tra la sensazione di libertà che è possibile vivere nell’area protetta, e l’indipendenza delle detenute che tramite il lavoro godono di una piccola forma di autonomia all’interno del carcere, oltre che di una possibilità di rieducazione sociale. Il progetto “Libero di vivere” è sostenuto dal Ministero della Giustizia che garantisce l’eticità e la qualità degli articoli, realizzati con cotone organico e materiali ecologici.
Maurizio Dematteis