La Confederazione Svizzera e il Principato del Liechtenstein hanno indetto la quarta edizione del premio internazionale di architettura “Constructive Alps”, riguardante ristrutturazioni e nuove costruzioni situate su tutto l’arco alpino e ultimate nel periodo compreso tra il 2012 e il 2016.
La giuria internazionale, capitanata dal giornalista elvetico Köbi Gantenbein, dovrà valutare gli interventi secondo i criteri che vanno a comporre l’articolato concetto di “sostenibilità”, vagliandone i connotati economici, ecologici e socio-culturali. Secondo il ricco regolamento-manifesto presente sul sito (www.constructivealps.net) al giudizio concorreranno molteplici aspetti, come ad esempio la scelta dei materiali, l’efficienza energetica, l’integrazione con il contesto e l’impatto sulla qualità della vita degli abitanti del territorio. Particolare attenzione verrà poi posta su sobrietà e senso della misura degli edifici, nell’ordine di una limitazione del consumo di suolo allo stretto necessario e di un uso consapevole della tecnologia.
Per partecipare c’è tempo fino al 20 gennaio 2017; i vincitori, che si ripartiranno un importo dei premi che ammonta a ben 50.000 euro, verranno resi noti nell’autunno 2017.
Come già avvenuto per le passate edizioni, le opere selezionate percorreranno poi le Alpi in una mostra itinerante e saranno raccolti in un numero dedicato della rivista Hochparterre.
Il podio della passata edizione ha visto al primo posto la casa parrocchiale di Krumbach (Voralberg, Austria; ARGE Bernardo Bader, Bechter Zaffignani, Hermann Kaufmann), al secondo posto la casa Türalihus e la locanda “am Brunner” a Valendas (Grigioni, Svizzera; rispettivamente Capaul & Blumethal e Gion Caminada), e al terzo posto la Casa Riga a Comano Terme (Trento, Italia; Stefania Saracino e Franco Tagliabue). Il premio si conferma ancora una volta un’interessante vetrina di confronto sui temi dell’architettura montana, con il merito di mettere in luce quanto le Alpi siano un terreno fertile e stimolante per una ricerca progettuale di qualità.
Stefano Girodo