Tra i diversi percorsi che intraprendono i “nuovi montanari” c’è anche quello di chi ritorna nel proprio luogo natio di montagna dopo un periodo più o meno lungo di distacco e che, a seguito della crisi economica degli ultimi anni, si reinventa un hobby che poi diventa un lavoro e un diverso stile di vita, a contatto con la natura. È il caso di Erminia Molinari, nata nel 1961 a Breno, capoluogo della Valle Camonica. Il suo soprannome è Abbi, ed è così che tutti la conoscono. Ci incontriamo a Cerveno dove Luca, il suo compagno, gestisce un ampio terreno comunale coltivato ad ortive, cereali e patate nel segno della biodiversità e della sostenibilità ambientale (vedi Dislivelli, maggio 2017). Mentre Luca è intento nella semina di varietà alpine di spinaci e fagioli, io e Abbi ci incamminiamo tra i sentieri che, tra gli appezzamenti di terreno un tempo perlopiù coltivati a vigna, conducono ai suggestivi vicoli del paese abbarbicato sulle pendici della imponente Concarena (2540 mt.). «A Breno ho frequentato il Liceo scientifico e, poi, la scuola professionale per diventare estetista», si racconta. «Per molti anni come lavoro ho fatto l’estetista. Quando ho conosciuto il padre delle mie due figlie, un sardo che viveva e vive tuttora a Rimini, mi sono trasferita là, dove per molti anni ho lavorato come estetista curativa in un centro di medicina omeopatica. Quando mi sono separata dal mio compagno e le mie figlie erano ormai grandi e indipendenti sono tornata a vivere in Val Camonica, dove i miei genitori gestivano una profumeria. Mio padre era recentemente scomparso e io sono andata ad aiutare mia mamma in negozio. Eravamo nel pieno della crisi economica. Ricordo che soffrivo il fatto di dover stare chiusa otto ore al giorno ad aspettare che entrasse qualche cliente e di percepire che quel tipo di lavoro non fosse fatto per me. Per far fronte alle varie spese ho così iniziato a collaborare con delle amiche ai mercatini dell’hobbistica e dell’artigianato. E nel frattempo ho conosciuto Luca, che dalla Valtellina si è trasferito qui in Val Camonica e con cui condivido una grande passione: quella per la natura, l’orto e le erbe selvatiche».

Abbi, come è nata questa tua passione? «È nata in Romagna, vedendo tante persone nei campi intente a raccogliere di tutto, mentre al mio paese si raccoglievano generalmente solo le cicorie. Da lì sono nate in me l’ispirazione e la curiosità di approfondire meglio questo mondo, anche se il lavoro mi impegnava otto ore chiusa dentro. Quando abbiamo deciso di chiudere la profumeria ho avuto finalmente la possibilità di trascorrere molto tempo all’aria aperta a osservare erbe e fiori, di studiare botanica e alimurgia, di iniziare a raccogliere e, quindi, a essiccare, conservare e trasformare il raccolto in prodotti sia estetici che curativi».
Cosa realizzi con i tuoi raccolti? «Produco di tutto un po’: creme per il corpo e per il viso, oleoliti, tinture madri, tisane, marmellate, sciroppi, liquori. A volte non le conosco, ma, incuriosita, le studio, ci lavoro su e vedo come trasformarle per scopi terapeutici o per la cura personale. Mi piace utilizzare le erbe in cucina e il fatto di vivere in Val Camonica, dove cresce un po’ di tutto anche grazie alle differenze altitudinali e climatiche, in questo senso è davvero un privilegio. Il rapporto che ho con le erbe è molto potente: in qualche modo sento che loro mi chiamano. La mia erba preferita è l’iperico, che l’anno scorso per la prima volta è comparsa nell’orto che io e Luca gestiamo a Montepiano, un terrazzo al solivo in Comune di Breno. Quest’anno, appena andata via la neve già raccoglievo erba cipollina».

La raccolta all’aria aperta è sicuramente piacevole. Non ti annoia invece il lungo lavoro di pulizia di erbe e fiori? «È sicuramente un lavoro lungo e meticoloso, che svolgo nelle ore serali. È però anche riposante, una sorta di meditazione adatta alle ore che precedono il sonno».

Per Abbi, dunque, la crisi economica è stata, nonostante le difficoltà, motivo per dedicarsi alla propria passione e per reinventarsi un lavoro, maturato anche grazie alle conoscenze acquisite come estetista negli anni passati: i suoi prodotti vengono venduti ai privati e nei mercatini agricoli e dell’hobbistica dove viene privilegiata la filiera corta, dal produttore al consumatore. L’esperienza acquisita in questi anni le ha valso anche delle ore di insegnamento e animazione presso una scuola primaria ad indirizzo montessoriano: «Lavoro con i bambini di prima e seconda elementare. In inverno utilizziamo i semi e andiamo alla scoperta della nascita e dello sviluppo delle piante, osservandone le peculiarità e le diversità, mentre in primavera usciamo all’aperto a vedere dal vivo piante, fiori, erbe spontanee e perenni. I bambini si dimostrano sempre entusiasti e curiosi. La loro creatività e la loro spontaneità sono contagiose e questo lavoro mi appaga e diverte».
Siamo all’inizio dell’estate e del periodo, quindi, di massimo sviluppo del mondo vegetale: non resta che augurare ad Abbi un’ottima e proficua raccolta!
Michela Capra

Info: https://tellincamuno.wordpress.com