È nato L’AltraMontagna, il giornale dedicato alle terre alte. L’AltraMontagna parte da un’idea ambiziosa di Luca Pianesi, direttore de Il Dolomiti, che ha costruito il progetto insieme a Marco Albino Ferrari e Pietro Lacasella, curatore del giornale. Tra gli obiettivi de L’AltraMontagna ci sono quelli di raccontare la montagna oltre i luoghi comuni, attraverso lo sguardo di chi la vive, la studia e la conosce profondamente, al di là degli stereotipi, analizzando la sua dimensione sociale, culturale ed economica. Dalla fusione dei ghiacciai agli eventi estremi, raccontare le terre alte nel 2024 vuol dire, anche, raccontare gli effetti su di essa del surriscaldamento globale, sulle attività umane ma anche sulla fauna, sulla vegetazione e sugli ecosistemi in generale, dare spazio alla discussione su come affrontarli e gestirli, su come trovare delle nuove opportunità. Questa grande varietà di temi viene trattata con forme multimediali diverse, che vanno dagli articoli ai video, passando per i podcast. Sul sito sono già disponibili il primo video e la prima serie podcast firmata L’AltraMontagna e nata da una collaborazione con il Trento Film Festival, intitolata “un quarto d’ora per acclimatarsi”.
Il nuovo giornale indipendente (infatti come Il Dolomiti non riceve finanziamenti pubblici) fin dai primi passi sceglie di dare estrema importanza alla scientificità dei fatti che riporta e al rigore con cui le analisi presentate vengono portate avanti. Per garantire questa attenzione, L’AltraMontagna presenta un Comitato tecnico scientifico, i cui componenti, oltre ad avere la possibilità di scrivere nei propri blog, fungeranno proprio da competenze interne al giornale, punti di riferimento su cui contare. Tra i membri del comitato troviamo Giovanni Baccolo, glaciologo e comunicatore scientifico, Irene Borgna, antropologa, Antonio De Rossi, docente di Progettazione architettonica al Politecnico di Torino, Sofia Farina, meteorologa alpina e comunicatrice scientifica, Mauro Varotto, docente di geografia dell’Università di Padova, Michele Lanzinger, ex direttore del MUSE di Trento, Luigi Torreggiani, dottore forestale, Maurizio Dematteis, comunicatore e i giornalisti Camilla Valletti e Marco Albino Ferrari.
Il comitato scientifico si riflette, nei suoi intenti e nel suo modo di agire, in un manifesto di nove punti che definisce la visione stessa del giornale e i principali punti di attenzione. In esso, si trovano riferimenti al tema dell’eccessiva pressione turistica delle terre alte e, parallelamente, dello spopolamento: “Le terre alte – in Italia i comuni totalmente o parzialmente montani sono il 58 per cento (dato Uncem) – si trovano a un bivio. Il loro futuro, al quale è legato anche il futuro di chi non le abita, dipende da scelte politiche urgenti”. Altri punti di interesse riguardano la monocultura dello sci, la pressione dell’escursionismo in crescita, e il contrasto con le valli poco frequentate e la montagna di mezzo. Grande spazio è dato alla crisi ambientale, al surriscaldamento globale e le sue conseguenze, alla perdita di biodiversità, ai servizi ecosistemici, così come anche ai conflitti che la protezione dell’ambiente crea e moltiplica. “Basti pensare alla (inutile) copertura geotessile dei ghiacciai, o alla questione dei grandi carnivori, o alla questione dell’acqua (che creerà conflitti crescenti tra diversi settori: turismo, agricoltura, idroelettrico). La natura divide anche chi la vuole difendere”.
L’AltraMontagna, a dieci giorni dalla partenza può già contare su migliaia di seguaci sui social network e su tanti lettori e lettrici, con gioia della redazione che fin da subito sta cercando di rendere il giornale uno spazio aperto al dialogo e alla discussione. Grazie di cuore, dalla redazione e dai collaboratori, a tutti coloro che ci stanno leggendo e supportando!
Sofia Farina