È la fine di una storia, racconta Enrico Camanni. Dalle Alpi agli Appennini, senza eccezioni, le certezze sul futuro della monocultura dello sci invernale vacillano. Con il riscaldamento climatico, i costi dell’energia, i costi dei biglietti e la neve da cannone ogni località reagisce alla crisi a suo modo. Eppure, come ci spiega Michele Nardelli, oggi molti tendono ancora a prorogare le risposte, a distogliere lo sguardo a difesa della propria “non negoziabile” comfort zone. Di certo non è un passaggio agevole, perché cambiare il nostro modo di pensare e le modalità del nostro stare al mondo non è facile. Eppure è necessario. Si dovrà reinventare la montagna turistica invernale e integrare le grandi infrastrutture – funivie, impianti – con il turismo dolce, collegando l’inverno all’estate e alle mezze stagioni.

In questo numero della rivista Dislivelli.eu vi proponiamo una serie di riflessioni sul tema del cambiamento climatico legato al turismo invernale sulle montagne.

Buona lettura

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