L’Alto Eporediese, territorio piemontese a ridosso della Valle d’Aosta, si presenta al primo sguardo come un paesaggio di grande riconoscibilità: alla Serra morenica si sostituiscono le pendici delle montagne che annunciano l’imbocco della valle d’Aosta, i castelli e le caseforti costeggiano la via Francigena e l’asse vallivo del fiume Dora Baltea è intervallato da piccoli e medi centri abitati coronati da un paesaggio terrazzato. Proprio quest’ultimo, presente in prevalenza lungo i versanti in sinistra idrografica, costituisce un insieme di valori per le comunità locali ed esprime, in ambito regionale e nel panorama metropolitano torinese, una delle più significative espressioni di paesaggio terrazzato montano. Gli elementi di maggiore evidenza sono i manufatti in pietra, i muri a secco e i caratteristici “tupiun” e “pilun” che testimoniano la presenza del lavoro dell’uomo fin dall’epoca medievale, nella profilatura del pendio montano più prossimo ai centri abitati.
La parte bassa dei versanti ospita gli abitati storici di Carema, Settimo Vittone e Nomaglio, le principali realtà terrazzate che, assieme ai centri di Andrate, Chiaverano, e Montalto Dora, compongono un significativo insieme di Comuni ad elevata e differenziata presenza di beni ambientali, storici, architettonici e culturali.



Il riconoscimento di un territorio a matrice comune ha portato le diverse amministrazioni a sviluppare, già a partire dal 2014, un progetto di territorio capace di valorizzare i paesaggi terrazzati; lo strumento utilizzato per la costruzione del percorso collettivo è stato il Piano Strategico Dalla Dora Baltea al Mombarone con cui i Comuni di Andrate, Borgofranco d’Ivrea, Carema, Chiaverano, Lessolo, Nomaglio, Montalto Dora e Settimo Vittone hanno definito indirizzi condivisi e messo a fattor comune politiche, strategie e azioni per una crescita sostenibile.
Altra importante tappa di un percorso ancora in divenire, è stata la partecipazione dell’Alto Eporediese al 3° incontro mondiale dei paesaggi terrazzati (anno 2016), attraverso cui si è rafforzata la consapevolezza delle possibilità che i paesaggi terrazzati possono avere nel settore turistico. I paesaggi terrazzati si stanno sempre più affermando come scenario per attività turistiche capaci di attrarre fruitori, promuovere attività e implementare il reddito del settore; nel 2021 attraverso Dislivelli e la fondazione Time 2 sono state avviate attività che hanno coinvolto giovani e aspiranti operatori del comparto turistico (accompagnatori escursionistici, guide turistiche, ecc) in momenti di formazione volti a rafforzare le conoscenze dei territori terrazzati, le loro caratteristiche, le relative produzioni, le nuove prospettive in un’ottica di filiera di territorio.

Anche le iniziative imprenditoriali hanno ottenuto importanti risultati per il recupero e la valorizzazione del territorio terrazzato, a partire dalle sempre più conosciute produzioni agricole di qualità legate principalmente a viticoltura, castanicoltura e olivicoltura. Alla più consolidata economia del vino (Carema DOC, punto di riferimento per la rete transfrontaliera enoturistica), si sono affiancate produzioni agricole volte a contrastare l’abbandono dei terreni e a recuperare le produzioni locali.
I temi dell’educazione e della promozione sono stati sviluppati attraverso la riqualificazione di luoghi simbolici di grande suggestione quali l’ecomuseo della castagna a Nomaglio, il frantoio comunale a Settimo Vittone e, di recente, la casaforte Gran Masun a Carema, diventata il luogo di valorizzazione per gli aspetti enologici del territorio.
Il percorso intrapreso dal territorio riconosce la necessità di ripristinare e gestire un paesaggio multifunzionale (ITLA, 2016; Bonardi, 2005) che può esser declinato attraverso più ruoli e valori riconosciuti ai terrazzamenti: dall’attenuazione del rischio idrogeologico ad una più appropriata gestione delle acque di versante, dalla conservazione delle specie vegetali e animali all’apporto che possono dare in ottica di servizi ecosistemici. Tante sono le motivazioni che hanno spinto questa realtà locale ad intraprendere numerose e importanti iniziative che necessitano oggi, così come le altre realtà terrazzate presenti nel contesto regionale e nazionale, di avere uno specifico riconoscimento in termini di politiche, fondi e normative.
Le comunità locali, consapevoli dei bisogni e della fragilità dei contesti terrazzati, manifestano la necessità di strumenti e risorse appropriate per affrontare le sfide del futuro, in primis quella del cambiamento e adattamento climatico, che rischia di minare quel delicato equilibrio che da secoli garantisce la sostenibilità di un territorio.
Erwin Durbiano