La Tabacca è una casa rurale e un’azienda agricola immersa nei paesaggi terrazzati tipici della Liguria, gestita da due donne, Giorgia Bocca e Francesca Bottero, che negli anni hanno saputo trasformare criticità quali la gestione e manutenzione del territorio e l’accessibilità, in opportunità formative e risorse economiche e aggregative.
Giorgia e Francesca ci raccontano che hanno scelto di mantenere il nome del luogo: spazio di aggregazione partigiana, dove si narra venisse anche contrabbandato il tabacco. La struttura era gestita prevalentemente da una donna, Jenin, che si prendeva cura delle persone attraverso la fitoterapia (e un piatto di polenta non veniva negato a nessun ospite temporaneo). A Janin hanno dedicato un orto, per mantenere vivo il ricordo e l’energia femminile, che, per puro caso, continua ad avere questo luogo. Nel 2012, infatti, Giorgia e Francesca ricevono in dono la proprietà e iniziano una progettazione ecologica che le porterà a sviluppare un processo partecipato: scelgono la permacultura come strumento per ripristinare le coltivazioni sui terrazzamenti, per ristrutturare la casa e per i nuovi insediamenti umani, per valorizzare le proprie competenze e diffondere una visione specifica alla comunità “glocale”. Perché negli anni da La Tabacca sono passati studenti, volontari e professionisti da diverse parti del mondo, per sperimentare tecniche agricole e costruttive, ma anche di relazione: gestione del gruppo, leadership, facilitazione e gestione dei conflitti. Oggi La Tabacca è un’azienda agricola sociale, che sostiene adulti con fragilità economiche e cura l’educazione ambientale delle giovani generazioni.
Il complesso della Tabacca è diviso in diversi settori, ciascuno con una propria funzione. Il fulcro è la casa rurale contadina in pietra, che è stata ristrutturata in modo ecologico. Le criticità presenti, quali la mancanza di acqua e l’assenza di una strada per raggiungere la proprietà (che è stata costruita solo due anni fa), hanno dettato la progettazione e le modalità realizzative degli interventi di restauro. Tutti i materiali sono stati trasportati a mano o con una motocarriola e hanno innescato una grande partecipazione attivista dei giovani del territorio.
Ci sono poi spazi comuni come la cucina dove le persone ospiti (per studio, lavoro o visita), possono gestirsi in autonomia, prendendolo direttamente i prodotti degli orti; l’aula didattica, dove si può trovare una ricca biblioteca con testi su progettazione ecologica, sociale e su tecniche agricole; le aule all’aperto servite dal WiFi, con tavoli per lavorare nel bosco e a le aree relax: le tettoie in legno calpestabili per prendere il sole, l’orto e il frutteto per picnic e momenti formativi.
La Tabacca è accoglienza: una piccola casetta in legno ospita per brevi periodi, di anno in anno, studenti (in tesi), tirocinanti e WWofer. Mentre in estate viene attivato il Natural Camping Sottobosco, per ospitare campi estivi con ampie tende per le attività di gruppo e due compost toilet e docce esterne.
La cura del territorio passa non solo dall’accoglienza, ma soprattutto attraverso la pratica dell’agricoltura sostenibile: nessuna sostanza chimica, l’acqua viene utilizzata con consapevolezza, il suolo viene preservato e nutrito attraverso l’uso di pacciamatura, siepi, macerati e consociazioni per il mantenimento e sviluppo della biodiversità. Gli orti variano per forma e funzione: da quelli più lineari che producono i prodotti destinati alla vendita, a quelli più circolari e sperimentali utilizzati per la didattica.
Giulia Cerrato e Chiara Guidarelli