Lo sviluppo di un ecosistema territoriale in cui le aree urbane, metropolitane, rurali, periurbane e di montagna sono pensate come un unicum e connotate da relazioni forti di interscambio si inserisce nei più recenti indirizzi di pianificazione delle aree rurali e interne in Italia. Nel caso delle Alpi, rafforzare rapporti diversi, significa prevalentemente intensificare le relazioni tra le aree metropolitane e le circostanti aree montane. Le relazioni tra contesti diversi, se ben articolate (per esempio attraverso patti, progetti condivisi, azioni collettive), promuovono interdipendenze spaziali e funzionali che aiutano a contrastare le disuguaglianze inter e intra regionali, favorendo il perseguimento di una giustizia socio-spaziale e il miglioramento delle condizioni socio-economiche delle aree svantaggiate. Riconoscere la complementarità tra contesti diversi e regolarne l’interscambio sulla base del principio del reciproco vantaggio è diventata una condizione fondamentale per affrontare le principali sfide globali e per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Si considerino ad esempio l’obiettivo di sviluppo sostenibile 11 “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” e il Target 11.a “Sostenere rapporti economici, sociali e ambientali positivi tra le zone urbane, periurbane e rurali, rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale”, ma anche il Target 11.4 “Rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo”.
Lo sviluppo sostenibile delle città alpine è l’oggetto del nono rapporto sullo stato delle Alpi (RSA9), che intende analizzare le città alpine per le loro specificità e come parte del sistema montano, complesso e sensibile, per restituire una visione prospettica dello sviluppo sostenibile degli insediamenti alpini. Saranno studiati i processi di urbanizzazione e i cambiamenti demografici, il cambiamento climatico, la struttura economica e lo stile di vita, i modelli di governance e le relazioni urbano-rurali dei servizi ecosistemici.
Un elemento chiave per il raggiungimento dell’SDG 15 sulle infrastrutture verdi (IV), cruciale per la protezione della biodiversità e della connettività ecologica e dell’SDG 13 su mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, è la presenza di spazi aperti extraurbani (Open Spaces). Essi presentano valori ambientali e naturali e svolgono funzioni ambientali, sociali e ricreative che generano relazioni fra aree urbane e rurali, ma sono oggi particolarmente in pericolo a causa della crescente infrastrutturazione, consumo di suolo ed espansione urbana. L’importanza di integrare la loro salvaguardia, il miglioramento e il ripristino degli ambiti, delle funzioni e dei processi naturali nella pianificazione per lo sviluppo sostenibile del territorio è citata sia dalla Strategia sulle IV (Commissione europea 2013) sia dal Protocollo “Pianificazione Territoriale e Sviluppo Sostenibile” della Convenzione delle Alpi che suggerisce di individuare specifiche “Zone di Quiete”. Il progetto Alpine Space “OpenSpaceAlps” considera gli spazi aperti nelle Alpi come aree in grado di bilanciare i diversi usi del territorio e migliorare le capacità dei pianificatori del territorio e dei tecnici di settore. Esso intende elaborare una definizione condivisa e criteri di pianificazione comuni ai Paesi alpini applicabili in ambito regionale e locale.
La connessione tra aree urbane e rurali attraverso le IV, osservate nell’ambito di più ampie reti di connessione ecologica, permette di garantire un flusso di servizi ecosistemici tra aree montane e urbane. Boschi, frutteti, parchi periurbani, aree protette, tratte ripariali e zone umide sono alcune delle infrastrutture verdi e blu costitutive di reti ecologiche, e a cascata di connessioni sociali ed economiche tra zone alpine e perialpine e aree urbane-chiave per l’economia europea che il progetto Alpine Space “LUIGI” sta studiando. Il riconoscimento e la valorizzazione dei benefici derivanti dalla rete di IV richiede l’analisi delle connessioni ecologiche, la mappatura di servizi e benefici ecosistemici e lo studio delle modalità di governance delle IV. Poiché alcuni benefici costituiscono beni e servizi oggetto di una domanda di mercato, si prestano a stimolare la creazione di nuove imprese in grado di generare valore condiviso con la società e mobilitare risorse finanziarie che possano essere impiegate per la conservazione, gestione e ampliamento delle IV. “LUIGI” promuove un approccio nuovo alle relazioni “metromontane” mediante modelli di business e strumenti finanziari che migliorino la gestione e le prestazioni delle IV e consolidino i flussi di servizi ecosistemici tra montagna e città, individuando benefici e valori con impatto economico e sociale favorevole sul benessere delle città e favorendo l’impiego razionale di risorse economiche pubbliche e private.
In conclusione, le “relazioni metromontane” suggeriscono per le Alpi nuove modalità di sviluppo del territorio in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile al centro delle politiche nazionali e regionali di tutti i Paesi alpini e richiedono modalità di gestione e idee che assegnino alle IV tra le città e i territori alpini una posizione fondata su connessioni ecologiche e culturali, ma anche orientata alla crescita economica sostenibile.
Luca Cetara, Andrea Omizzolo e Elisa Ravazzoli, Eurac Research