Nel corso delle ultime edizioni, intorno alle Parlate di Entracque in Valle Gesso (la messa in scena della Passione), è fiorito un rituale articolato che unisce aspetti sacri (le liturgie del Triduo pasquale, le processioni) e aspetti profani (le sfilate dei tredici cavalieri, i momenti conviviali). Di fatto l’evento si è dilatato fino a abbracciare l’intera Settimana Santa e nuove cerimonie e nuovi personaggi si sono aggiunti a quelli antichi. Una festa complessa che nel suo svilupparsi nello spazio unisce fisicamente e simbolicamente i luoghi e gli abitanti di un paese, circondando e delimitando nello stesso tempo i confini di una comunità. Processioni, cortei storici, bicchierate uniscono e “ricuciono” i vari punti di Entracque – il Comune, la Parrocchia, la Confraternita della Cruisà – come una sorta di filo umano che tesse percorsi e rimandi tra le vie del borgo.
Se gli itinerari nello spazio costituiscono la trama delle Parlate, il tempo ne costituisce l’ordito. Le Parlate sono definite una “rievocazione storica”, ma non si tratta soltanto della Passione di Cristo: quella che viene chiamata in causa è piuttosto la storia stessa della comunità. Ciò che si mantiene uguale nel tempo è il succedersi con gli stessi tempi negli stessi spazi dei medesimi gesti, delle stesse emozioni. La vera storia che portano avanti attori e figuranti è in ultima istanza quella del loro paese. Non importa se i gesti non sono esattamente identici di generazione in generazione, poco male se i pronipoti danno prova di inventiva aggiungendo e modificando il rito ricevuto dagli avi: un rito è vivo finché sa modificarsi, in un gioco mai scontato tra ciò che si decide di conservare e ciò che si sceglie di abbandonare.
Non importa se il tessuto è sottile e non durerà: il rito c’è stato e la sua preparazione ha richiesto mesi. Ha lasciato un patrimonio di esperienze condivise, di ricordi comuni, di momenti di spiritualità e convivialità, da cui soltanto i membri della comunità potranno attingere. Ha mobilitato le forze di ciascuno e fatto emergere elementi marginali della comunità. Dramma sacro e dramma sociale si sono mescolati. C’è chi ha ricevuto la conferma del proprio status nel mondo reale, chi è stato ammesso e chi promosso nel micromondo delle Parlate, parentesi di spazio e tempo in cui una comunità si specchia, si guarda e si riconosce, una volta ogni cinque anni.
Irene Borgna