Chamoisic, festival di musica jazz, tradizionale e innovativa, si sta svolgendo dal 7 al 21 luglio 2019, giungendo così alla sua decima edizione, che ha visto crescere l’affluenza di anno in anno, fino a toccare le 5000 presenze. Ma come è nato tutto ciò? Come nascono le favole!
C’era una volta, e c’è ancora, uno splendido borgo a 1818 metri sul livello del mare, raggiungibile solo con la funivia, d’estate come d’inverno. Il borgo si trova in una valle, la Valtournenche, al fondo della quale svetta il Cervino. Risalendo dal fondo valle in funivia, se avete un pizzico di fortuna, potete scorgere i camosci che brucano o si riposano. Questo è il benvenuto che vi dà Chamois.
C’era una volta anche un eccellente musicista, Giorgio Li Calzi, allievo di Enrico Rava e oggi direttore del Jazz Festival di Torino, che un giorno si dilettava a suonar la sua tromba per i prati di Chamois. Caso volle che di lì passasse proprio il Sindaco del paese, che si fermò per ascoltare e complimentarsi con l’artista. E, si sa, una parola tira l’altra e la fantasia vola. Quel pomeriggio volò lontano, o forse no, ma si parlò di musica e di montagna e nuova linfa da portare in paese. Così un piccolo gruppo di persone iniziò a lavorare a quell’idea e non ha più smesso. L’esigenza di animare il paese però non nasce solo dalla voglia di vedere una favola trasformarsi in realtà, ma dalla voglia di ridare vita a un borgo che patisce lo spopolamento anche a causa del suo isolamento.
L’esperienza del festival parte così dalla piazza di Chamois, ma subito si allarga al Lago Lod e al rifugio Ermitage, coinvolge le locande del paese e si propone a Valtournanche, il Comune più a monte. Oggi Chamoisic si svolge in 5 paesi oltre Chamois (La Magdeleine, Antey-Saint-Andrè, Valtournenche, Saint Vincent, Etroubles), inoltre negli ultimi due anni ha collaborato con La Cittadella dei Giovani di Aosta e con il Festival MusiCogne. La scelta di allargare il festival è radicata nella convinzione profonda che solo attraverso un’azione che guardi al territorio nel suo insieme, come risorsa da valorizzare e rispettare, può esserci futuro.
Il territorio infatti, insieme alla musica, è il coprotagonista di questo festival. Le location dove si svolgono concerti e performance artistiche sono i boschi, i prati, i borghi montani. Gli artisti sono invitati non solo a suonare, ma anche camminare, leggere, recitare in mezzo alla natura montana, assaporandone, insieme al pubblico, suoni e atmosfere. Andare a sentire un concerto del festival o partecipare a una passeggiata musicale significa, prima di tutto, entrare in un mondo, quello montano, che chiede rispetto, lentezza, ascolto. Il pubblico non è più al centro della scena, ma lo è il contesto che lo accoglie.
Chamoisic è un festival innovativo non solo per i programmi che offre, sempre ricercatissimi e mai banali (dalla musica norvegese a quella mediterranea, dalla sperimentale britannica a quella nordafricana), ma anche per la modalità con cui si è posto in questi anni verso il territorio, puntando alla scoperta (o riscoperta) di culture differenti, di tradizioni locali e di musiche lontane, di paesaggi millenari e di comunità nuove che si creano anche solo per condividere un’emozione.
Chamoisic rivendica la propria identità arrivando alla sua decima edizione, il cui tema è il dialogo, che in questi anni ha portato all’interazione tra gli artisti e il pubblico, gli abitanti e i turisti, le amministrazioni montane e i professionisti della città.
Silvia Guerra
Info: www.chamoiscic.com