Solitamente l’incontro tra i consumatori urbani e i produttori di montagna avviene attraverso rapidi scambi di battute nei mercati e nelle botteghe frequentate durante le vacanze, oppure in maniera indiretta, con la mediazione dei commercianti e dei ristoratori che in città propongono i prodotti alpini e ne raccontano le qualità.
Ogni due anni, però, Torino diventa luogo di un incontro più profondo tra la città e la cultura alpina del cibo (che ormai, arrivati a metà progetto, tutti noi abbiamo imparato a chiamare foodway alpina), grazie a Terra Madre Salone del Gusto, che porta in città migliaia di contadini, commercianti e produttori di tutto il mondo, in un evento straordinario che aggiunge agli scambi commerciali, tipici delle fiere, scambi umani e culturali di riflessione condivisa sul significato del cibo per la società e per il territorio, del passato, del presente e del futuro (il tema dell’edizione 2018 è “Food for Change”).

Alpfoodway sarà presente all’evento sotto diverse forme, a partire dall’animazione di uno dei cinque atelier del Forum Origine, Diversità e Territorio – Sguardi sui territori in transizione, evento parallelo a Terra Madre, in programma alla Casa del Quartiere di San Salvario (via Morgari 14) il 19 e 20 settembre. Per Alpfoodway, Cassiano Luminati (Polo Poschiavo), Laura Saudin (Regione VDA), Renata Meazza (Regione Lombardia), Elena Turetti (Comunità Montana Valle Camonica), Diego Rinallo (Kedge University), Valentina Zingari (Parc des Bauges), Sasa Poljak e Špela Ladinek (ZRC Sazu) discuteranno del rapporto tra cultura del cibo e sviluppo locale nei territori alpini (il programma completo è sul sito https://origin-for-sustainability.org). Cassiano Luminati parteciperà anche all’incontro conclusivo del forum, in programma al Lingotto Fiere – sede principale di Terra Madre/Salone del Gusto il 21 settembre (ore 13), portando la prospettiva del nostro progetto in una riflessione più generale sulle sfide della valorizzazione e della patrimonializzazione delle culture alimentari.
Dislivelli, con il direttore Maurizio Dematteis, sarà invece parte attiva di un incontro dedicato ai borghi di montagna espressione minacciata e fondamentale di “biodiversità geografica” e luogo privilegiato di pratica, trasmissione e riproduzione della cultura del cibo di montagna. All’incontro, intitolato “Borghi, pievi, paesi e villaggi: resistere allo spopolamento” (Lingotto, Sala Azzurra, 22 settembre, ore 13), parteciperanno tra gli altri il presidente di Slow Food, Carlo Petrini, e il direttore Generale del Turismo presso il Mibact, Francesco Palumbo.
La foodway alpina è inoltre presente in molti degli eventi organizzati nell’ambito di Terra Madre Salone del Gusto, tra cui laboratori del gusto dedicati ai formaggi d’alpeggio o ai mais di montagna, degustazioni di prodotti di valle, tour guidati alla scoperta dei prodotti tipici delle valli piemontesi, un interessante forum sul tema dei produttori di montagna (21 settembre, ore 15.30) e perfino una cena dedicata alla cucina delle Terre Alte, con lo chef carinziano Gottfried Bachler, ospitata dal ristorante del Museo della Montagna.
Se i dibattiti e i laboratori servono per aumentare la consapevolezza dei consumatori sulla complessità del cibo e delle sue filiere, i veri protagonisti dell’evento sono le centinaia di produttori che affollano gli stand del Mercato di Terra Madre Salone del Gusto, mostrando, raccontando e vendendo i propri prodotti. Il modo migliore per entrare in contatto con la cultura alpina del cibo è proprio quello di vagabondare per i corridori del mercato, con occhi, narici e papille gustative aperte e pronte a cogliere i sapori e gli odori della montagna, scesi in città. Solo tra i Presidi Slow Food piemontesi, sarà possibile scoprire l’agnello sambucano, le antiche varietà di mele piemontesi, mieli di alta montagna, i Ramassin della Valle Bronda o il Castelmagno d’alpeggio. Proprio i formaggi di montagna, spesso d’alpeggio e a latte crudo, sono la categoria di cibo alpino più presente all’evento, nonché l’espressione probabilmente più completa del rapporto tra cibo e territorio d’alta quota e uno dei prodotti su cui è più attivo il lavoro di ricerca e valorizzazione di Slow Food.
Giacomo Pettenati

Info: https://salonedelgusto.com/