Testimoniando un uso consapevole del territorio e delle sue risorse, le murature a secco sono tracce del passato diffuse in tutto il mondo che, come fili, tengono insieme le comunità umane con l’ambiente che le ospita. Da tempo se ne occupano i ricercatori e gli operatori della rete Alleanza mondiale per i paesaggi terrazzati, che anche in Italia vede dal 2011 la presenza di una sezione impegnata nella preservazione di questi manufatti e nella diffusione delle tecniche tradizionali di costruzione, tramite corsi e iniziative in tutto il Paese.
In anni recenti, nel territorio comasco così come in tante altre località alpine e prealpine, l’abbandono dell’agricoltura ha portato a un graduale degrado dei terrazzamenti, con conseguenze negative sia da un punto di vista idrogeologico (il cedimento di questa infrastrutturazione verticale porta al collasso di intere porzioni di campi e prati) sia rispetto alla biodiversità e alla perdita di importanti elementi del patrimonio culturale locale (con impatto negativo anche sul turismo).
Nell’intento di promuovere i terrazzamenti come arte antica a rischio di estinzione, si sono recentemente tenuti il Corso Base e il Corso Intermedio sull’Arte dei muri a secco, promossi a fine 2017 dalla Parrocchia di Rebbio in collaborazione con il Coordinamento Cas Comaschi e con l’associazione Sentiero dei Sogni, sotto il patrocinio dell’Alleanza per i paesaggi terrazzati. I due corsi hanno rappresentato un’occasione di proficua interazione tra un gruppo di volontari (coordinati da Giulia Galera, ricercatrice trentina trasferitasi a Como) e alcuni rifugiati e richiedenti protezione internazionale, attualmente accolti da diverse strutture del territorio comasco.


Foto Claudio Fontana


I partecipanti sono stati in tutto 33, tra cui ben 18 rifugiati/richiedenti asilo – provenienti da Gambia, Ghana, Libia, Mali, Nigeria, Pakistan e Senegal – insieme ad altre 15 persone italiane, provenienti da Como e dintorni, da altre località lombarde, nonché dal Piemonte e dal Trentino. I docenti dei due corsi sono stati Luca Drovandi di La Spezia e Vincenzo Sturla, del Collettivo Milarepa-Muraglieri del Tigullio. In Liguria, Luca e Vincenzo hanno imparato e continuano a tramandare l’arte antica della pietra a secco. Più che un lavoro, la loro è una scelta di vita, centrata su di una visione rispettosa della montagna e del costruire in essa, recuperando una tecnica non invasiva, che non soffoca la natura ma, al contrario, la risalta e la difende.
Durante il Corso Base, attraverso una lezione introduttiva teorica e due giornate di formazione pratica, i partecipanti hanno acquisito le competenze necessarie per costruire nuovi muri a secco di contenimento e recuperare muri esistenti, parzialmente crollati per mancanza di adeguata manutenzione. Appena apprese le conoscenze di base, con grande sorpresa dei docenti, i partecipanti sono riusciti a ricostruire 30 metri di muro a secco in tempi record (un giorno e mezzo).

Foto Claudio Fontana


Si è pertanto deciso di dare seguito al corso base attraverso un corso intermedio, durante il quale i partecipanti hanno avuto la possibilità di affinare le conoscenze acquisite e metterle in pratica con maggiore autonomia.
Il percorso di formazione proposto ha favorito la reciproca conoscenza dei partecipanti (anche tramite pranzi e cene in comune, oltre a momenti di socialità condivisa, durante e dopo il lavoro), creando le premesse per la sperimentazione d’innovative modalità di inclusione sociale e lavorativa dei richiedenti asilo e dei rifugiati, che hanno potuto apprendere competenze in futuro spendibili su di un versante lavorativo molto particolare, dove sono pochissime ormai le persone in grado di operare. Insieme agli interessati si è iniziato poi a disegnare un percorso di rivalorizzazione del potenziale agricolo del terreno recuperato, situato nella frazione di Garzola, che si auspica possa portare all’avvio di nuove attività agricole a partire dalla primavera di quest’anno, anche tramite la costituzione di una cooperativa che possa includere lavorativamente alcuni degli immigrati coinvolti nel progetto. I due corsi si inseriscono inoltre nel più ampio progetto di costruzione di un parco culturale tra Como e Brunate – il “Monte dei poeti” – promosso dall’associazione Sentiero dei Sogni e ideato dallo storico e scrittore Pietro Berra.
Dopo tanto insistere mass-mediatico e politico sulle Alpi come muro, come frontiera dell’Europa, è grande la soddisfazione nel vedere all’opera questi costruttori di altri, piccoli muri: muri di pace e di convivenza tra popoli e culture, muri che sostengono terra e relazioni, pietra su pietra, mano accanto a mano.
Andrea Membretti