I quotidiani “Il Trentino” e “Alto Adige” hanno investito l’estate in una maratona a sostegno della chiusura dei passi dolomitici al traffico automobilistico. Dal dibattito che ne è scaturito emerge una grande maggioranza di personalità che sono stanche di leggere la montagna come banale luogo di transito, che non sopportano di essere irreggimentate in eterni serpentoni di macchine e vedere i passi dolomitici, tutti, trasformati e vestiti di un continuo manto metallico multicolore. Più della metà dei lettori consultati online (il 52%) si è espresso a favore della chiusura quotidiana a fasce orarie che è quanto chiesto anche dal mondo ambientalista contrario invece all’introduzione di un pedaggio che non comporterebbe una riduzione del traffico. Sono anni che i politici trentini e altoatesini promettono l’avvio di una sperimentazione nella chiusura dei passi al traffico privato. Il laboratorio più efficace, anche perché ben servito da una moderna rete di funivie e seggiovie, potrebbero essere i quattro passi che ruotano attorno al gruppo del Sella, i passi che hanno definito gran parte della storia dei giri d’Italia e che hanno offerto a milioni di turisti panorami mozzafiato. Ad oggi i politici hanno sempre trovato motivazioni per bloccare l’iniziativa, quest’anno è stata l’opposizione dei sindaci dei paesini di fondovalle. Dal dibattito è rimasto assente il Bellunese causa una marginalità politica sempre più accentuata della provincia, dimenticata dallo Stato e dalla Regione. Eppure in questa zona è presente il luogo più triste e umiliato dalle auto, le Tre Cime di Lavaredo: i ghiaioni dei tre splendidi monoliti sono ridotti a cloaca di migliaia di auto, nonostante l’oneroso pedaggio per la salita. Preso atto della sensibilità emersa nei servizi è auspicabile che i politici trentini e altoatesini non perdano più tempo e assumano decisioni coraggiose fin dal tardo autunno. Solo in questo modo possono rispondere a quanto evidenziato nelle interviste, nelle testimonianze: servono servizi e parcheggi di testata, il trasporto pubblico va notevolmente potenziato, non si può parlare di mobilità guardando solo ai passi, ma serve un progetto globale che interessi le vallate sottostanti e che metta in rete i territori. E in prospettiva di medio termine servono i treni attuando il sogno di fine ‘800 dell’allora sindaco di Trento Paolo Oss Mazzurana, il treno del Paradiso, Trento-Canazei e in Sudtirolo, quello della Val Gardena. L’Alto Adige ha deciso con coerenza, Trento rimane al palo. Quasi tutti gli interventi hanno segnalato il disagio prodotto dal transito delle moto, velocità, pericolo, rumori assordanti, puzza e inquinamento, assenza di controlli sulla viabilità.
A fine agosto sui quotidiani si sono sommati oltre 70 interventi che hanno coperto pagine intere e hanno dato voce a modi di vedere e abitare le Dolomiti molto diversificati. La campagna dimostra che oggi si può ancora fare giornalismo civile, che i giornali possono ritornare protagonisti nel diffondere cultura, stimolare le istituzioni, dare voce a chi generalmente rimane ai margini.
Il problema dei passi dolomitici è a conoscenza di tutti, così come sono state proposte soluzioni realizzabili fin da subito. La Fondazione Dolomiti Unesco ha commissionato all’Eurac di Bolzano uno studio sul traffico dei passi dolomitici. Lo studio contiene sia l’analisi degli impatti che alcune proposte di gestione. Dagli ultimi riscontri la Fondazione vorrebbe accelerare le scelte anche perché a ottobre Unesco chiederà fatti concreti, anche sul tema della mobilità nelle valli e in quota.
Saranno capaci, avranno coraggio i nostri politici, di offrire dignità alle Dolomiti divenute Patrimonio naturale dell’umanità?
Luigi Casanova
Per maggiori informazioni leggi questi articoli:
Transiti sui passi dolomitici, citazioni di autori vari:
http://goo.gl/FtZtvj
Le Dolomiti e l’assedio delle auto, di Gerhard Mumelter:
http://goo.gl/kTKC6X
I passi dolomitici. Lo studio di EURAC per la Fondazione:
http://goo.gl/AHO8Du
Un milione di auto sui passi, tre proposte, di Andrea Selva:
http://goo.gl/sNRr14
Passi dolomitici, sì dei lettori alla chiusura quotidiana a fasce orarie, sondaggio pubblicato su Alto Adige:
http://goo.gl/LdLnMa
Giustamente fate presente l’inconsistenza della provincia di Belluno nel dibattito. Sulle motivazioni ci sarebbe molto da dire, ma non è ora il momento. Desidero però aggiungere che qui nel Bellunese il tema della mobilità alternativa è sentito a livello di popolazione. Prova ne sia che è nato un Comitato per l’Anello ferroviario delle Dolomiti. Sicuramente anche grazie agli incontri e seminari da esso organizzati vi è stato l’incontro tra Zaia (governatore del Veneto) e Kompatscher (dell’Alto Adige) che a Cortina hanno firmato l’intesa per il treno delle Dolomiti da Calalzo di Cadore alla Pustertal.
Grazie Tomaso, fai bene a sottolineare l’attenzione della popolazione bellunese verso la ferrovia. Anche CIPRA Italia ha fatto inserire nel documento di strategia che la Fondazione Dolomiti UNESCO presenterà al commissario UNESCO ad ottobre, la scelta prioritaria verso la ferrovia delle Dolomiti. Ovviamente CIPRA ha trovato molti sostegni e condivisioni. Faremo il possibile come CIPRA per rimanere vicini alla popolazione del bellunese. Intanto sto preparando il numero invernale di Dolomiti Première (vedi sito) e non casualmente affronteremo il tema dell’autonomia delle terre di montagna e la questione mobilità. Lavoriamo uniti e su più fronti, sempre determinati. Luigi