Le tradizioni orali e corali delle valli ossolane sono custodite in un documentario sonoro firmato dall’Associazione PassAmontagne di Vogogna. “Storie di canto in Val d’Ossola” è un lavoro inedito, della durata di circa trenta minuti, realizzato all’interno del progetto “Perpendicolarte. A Vogogna tra piana e montagna”, promosso dal Comune di Vogogna e da alcune realtà culturali del territorio grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito del Festival “Torino e le Alpi” 2015. Un viaggio attraverso le sonorità ossolane condotto grazie a una decina di testimoni tra i sessanta e gli ottant’anni originari della Val d’Ossola, intervistati nel corso dell’estate 2015.
Ad accompagnare gli ascoltatori, le voci degli intervistati, registrate e proposte mantenendo l’autenticità dei rumori di sottofondo e dei canti intonati qua e là dai protagonisti, e quelle di Valentina Volontè e di Lorenzo Valera. Dottoranda in sociologia all’Università di Lione e cantante la prima, giornalista radiofonico e musicista il secondo, entrambi appassionati di montagna, compongono il duo PassAmontagne, parte dell’omonima associazione italo-francese, nata nel 2012 con l’obiettivo di “passare le montagne”, tracciando, attraverso proposte nell’ambito del canto, della musica e dell’editoria, una carta di relazioni transalpine in grado di andare oltre le frontiere.
Alla base del documentario sonoro, un attento lavoro sui canti della tradizione popolare, composto da un aspetto scientifico, di ricerca etnomusicologica portata avanti sui testi, e di uno – fondamentale nell’ambito dell’oralità – esperienziale. Come spiega la Volontè, approfondendo il repertorio del duo, che spazia dalle Alpi ai Pirenei, dalle Ande ai monti della Kabilia, «i canti si possono imparare ovunque e mi è capitato di rientrare da un trekking in Val Chisone con nuove conoscenze musicali e una buona conoscenza dei canti tradizionali cileni».
«In “Storie di canto in Va d’Ossola”, siamo partiti dalle registrazioni dell’Associazione Cantarstorie di Domodossola per concentrarci sugli aspetti sociali del canto – continua Volontè -. Come, quando e dove si cantava? Cosa rappresentava il canto per i nostri vecchi? Quali emozioni suscitava?». Le interviste riportano a un’epoca in cui «se cantavi per strada non ti prendevan per matta»: il canto era un’abitudine capillare, una tendenza diffusa. «Emerge da questo lavoro un’accezione del canto come momento di incontro, spazio di convivialità e occasione di trasmissione dei vissuti – continua Volontè -. Fondamentale nelle voci degli intervistati è il ruolo dell’osteria, rappresentata come luogo di scambio e passaggio, elemento di unione degli abitanti della valle. La musica consentiva a chi cantava e a chi ascoltava di immedesimarsi con le storie narrate; subentrava allora la responsabilità di insegnare, e così tramandare ai più giovani quelle melodie e quelle vicende. È la trasmissione di un mondo, quello popolare di montagna, che avrebbe subito un duro colpo con l’esodo verso le città, il fondo valle e le fabbriche».
Il documentario non ha lo scopo di fissare un passato ormai inaccessibile; piuttosto, intende essere uno stimolo per chi oggi continua a intonare quei canti. Tant’è che il prossimo step del progetto è rivolto al presente, per restituire i contesti attuali del canto e concentrarsi sulle musiche dell’immigrazione passata o recente, dalle armonie calabresi dell’ondata migratoria degli anni Sessanta dall’Italia Meridionale verso le valli ossolane, fino alle melodie africane che, tramite i richiedenti asilo ospitati in valle, stanno entrando a far parte del repertorio orale del territorio.
«Il canto fa risuonare in noi il legame con un territorio preciso, con un ricordo famigliare o con un pezzo della nostra storia – conclude Volontè -. In realtà, tutti i canti arrivano da altrove: cambiano i testi, le lingue, a volte le melodie, ma i temi si rincorrono nelle vallate, tra le regioni e le nazioni. Come un telefono senza fili, il canto popolare si sposta e si trasforma, a testimoniare che la nostra identità è meticcia, sempre in movimento».
Un estratto audio del documentario sonoro “Storie di canto in Va d’Ossola” è disponibile on line, al link https://goo.gl/S57y00 e sul canale SoundCloud del duo. Per ricevere la versione integrale è possibile contattare l’Associazione PassAmontagne all’indirizzo passamontagne@gmail.com oppure incontrare di persona Valentina Volontè e Lorenzo Valera in una delle prossime esibizioni del duo, il 17 luglio 2016 al Rifugio Miryam, ai 2.050 m di altitudine della Val Vannino, e il 19 agosto in Val Formazza, presso il piano dei Camosci (2480 m s.l.m.), nell’ambito dell’edizione 2016 di “Musica in quota”.
Daria Rabbia