La Regione Piemonte è stata tirata in ballo, in verità in modo non molto lusinghiero, da Marco Onida, della Direzione generale per la politica regionale della Commissione Europea, per quanto riguarda la partecipazione ai lavori della Macrostrategia Eusalp. Che si è chiesto il perché, nonostante il suo territorio sia costituito da montagna per oltre il 40%, non si sia candidata per la leadership di alcun Action group. E il Vice Presidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna, al Convegno dal titolo “La montagna nella città metropolitana. costruire un nuovo rapporto” tenutosi a Torino il 26 febbraio scorso, ha sottolineato facendo un mea culpa di come la Regione Piemonte debba impegnarsi maggiormente nel seguire tale strategia. Abbiamo prontamente raggiunto l’Assessore alla montagna Alberto Valmaggia per capire come stanno le cose. Perché, forse, non tutto è perduto.
La Regione Piemonte, rivendica con orgoglio l’Assessore, è attiva su questo tema dal lontano novembre 2011, quando l’iniziativa delle Regioni per una Strategia europea per le Alpi fu lanciata presso la sede della Baviera a Bruxelles. «Sia dal lato tecnico che politico il Piemonte è sempre stato tra le regioni “avanguardia” della Strategia, contribuendo alla preparazione di tutti gli step che hanno condotto all’approvazione a novembre 2015». Inoltre, ci informa l’Assessore, la Regione Piemonte è «vice coordinatrice del Gruppo di lavoro Eusalp della Conferenza delle Regioni», mentre coordinatrice è la Regione Lombardia, che infatti guida l’Action group su innovazione e ricerca. Ma allora, com’è che dopo tanto lavoro, proprio alla fine ci siamo persi per strada?
«Partecipano ad Eusalp 48 tra Regioni, länder e cantoni provenienti da sette diversi Stati – ci tranquillizza l’Assessore Valmaggia -, e si è cercato, nell’attribuzione delle leadership dei diversi Gruppi d’Azione, di garantire una presenza diffusa ed equilibrata. Va inoltre segnalato che tali Gruppi lavorano a beneficio di tutta la Strategia e non esclusivamente dei membri che ne fanno parte e sono ovviamente aperti a proposte e contributi provenienti dall’esterno». E meno male, perché c’è chi dice che in realtà i leader degli Action group sono poi quelli che dettano l’agenda ai gruppi di lavoro e che quindi avranno maggiore influenza nel far passare i progetti dei propri territori. «Partecipare ad una Strategia macroregionale europea significa, in primo luogo, ragionare in termini di area vasta – ci spiega l’Assessore -, ricercando e perseguendo azioni di sviluppo che non si esauriscano a livello locale, ma siano di ampio respiro. Eusalp non è una strategia concepita a favore dei territori di montagna. Essa è invece una modalità nuova per cercare e creare valore aggiunto dall’azione congiunta dei livelli di governo regionale, nazionale ed europeo chiamati ad operare su un’area complessa che ha al centro le Alpi, lungo tre direttrici tematiche ben precise: la competitività, l’accessibilità e l’ambiente. Da queste scelte tematiche e dalla priorità assegnata ai territori, visto che la strategia è nata e dovrà svilupparsi secondo una logica bottom-up, deriva l’inevitabilità di lavorare in una logica di interdipendenza pianura-montagna, sia a livello macro, dei tre pilastri tematici, sia a livello di singoli progetti e interventi».
Tutto chiaro, ma allora in futuro, su quali Action Group della Strategia macroregionale Eusalp la Regione Piemonte pensa di impegnarsi?
«Regione Piemonte ha già comunicato la sua partecipazione all’Action group 9, dedicato all’efficienza energetica», spiega Alberto Valmaggia. «Siamo oggi in una fase di primo start up della Strategia – continua – e dovremo valutare quali e quante proposte concrete i Gruppi d’Azione saranno in grado di proporre nei diversi ambiti di riferimento, prima di assumere decisioni in merito ad eventuali assunzioni di maggiori responsabilità in seno ad essi. L’esercizio è del tutto nuovo e particolarmente impegnativo e sarà necessario del tempo perché una macchina così complessa possa andare a regime. Va comunque sottolineato che ricoprire il ruolo di leader di un Gruppo d’Azione consiste soprattutto in un servizio reso agli altri partner più che in un vantaggio diretto per la Regione che esprime tale leadership. Anche in tal senso è stata prevista la logica di rotazione».
Maurizio Dematteis