La Resistenza ha contratto un debito con le popolazioni dell’alta montagna. I montanari protessero i partigiani, li nascosero, li guidarono, li riscaldarono, li curarono e li nutrirono, condividendo senza esitare le scarse risorse di cui disponevano.
Dal canto loro, i partigiani contraccambiarono l’aiuto ricevuto ogni volta che ebbero la concreta possibilità di farlo. Ma il lascito più prezioso che essi fecero, a beneficio non solo dei montanari ma dell’intera popolazione, fu la Carta costituzionale, capace di affermare quei principi di libertà, democrazia, giustizia sociale e pace per i quali si erano battuti.
Negli anni a venire, la legislazione ha raramente tenuto in considerazione la particolare realtà dell’alta montagna. Più spesso, invece, ha erroneamente ritenuto le aree marginali responsabili di sprechi delle risorse pubbliche, rendendo possibili quegli interventi di “razionalizzazione” che hanno messo in discussione le basi stesse dell’organizzazione economica, sociale, amministrativa e culturale locale.
Un esempio in tal senso è costituito dalla scuola, alla quale per altro la Resistenza aveva dedicato speciale attenzione, come mostrano la “carta” stilata dai responsabili della Repubblica partigiana dell’Ossola nel 1944 e, nella zona di Lanzo, la costruzione di un edificio scolastico per commemorare i martiri della strage della frazione Cudine di Corio.
In controtendenza rispetto a questi orientamenti ideali, i governi hanno tuttavia sistematicamente chiuso le scuole elementari nei villaggi posti alle quote altimetriche più elevate, penalizzando popolazioni già provate dall’impoverimento materiale e dalla distruzione del tessuto socio-culturale originario. È dunque fondamentale richiamare l’attenzione sulle istituzioni scolastiche, cui devono essere garantiti mezzi e capacità di strutturarsi come elemento di rilancio del territorio.
E’ in quest’ottica che nasce il progetto delle Scuole di Lanzo, il cui intendimento è di affidare a docenti e studenti del Liceo socio-psicopedagogico “Federico Albert” di Lanzo Torinese il compito di recuperare, in stretta collaborazione con la realtà istituzionale e associativa locale, la memoria e la storia delle scuole chiuse nelle alte valli di Lanzo, così da ricostruire il ruolo fondamentale da esse svolto nell’ambito delle comunità locali.