In Val Pellice, in mezzo alle montagne piemontesi, esiste una realtà culturale conosciuta nel mondo che andrebbe adeguatamente valorizzata nell’offerta del nascente “turismo esperienziale” delle Terre Alte del nordovest italiano. Si tratta del cosiddetto “quartiere valdese”, una serie di realtà che raccontano la storia, l’impegno e l’attualità di una comunità attiva e presente in tutto il mondo: un Centro Studi, una biblioteca, un museo stanziale e uno diffuso sul territorio, un sistema sentieristico “Le strade dei valdesi” e molto, molto altro.
Ce ne parla Elisa Charbonnier, responsabile della Foresteria Valdese di Torre Pellice: «La nostra struttura è sempre aperta, dal primo aprile al primo novembre – racconta. E nel resto dell’anno è a disposizione dei gruppi interessati su prenotazione». Con oltre 10 mila presenze annuali, concentrate soprattutto in primavera e autunno, la Foresteria indirizza i suoi ospiti in visita a tutte le realtà locali che ruotano intorno alla comunità valdese. «Arriva gente da tutto il mondo – continua la responsabile – australiani, americani, tedeschi, francesi. Tutti interessati alla realtà protestante valdese. Molti anche dall’Uruguay, migranti che vengono a riscoprire le loro radici».

Con 44 camere, 112 posti letto e un servizio di ristorazione a disposizione degli ospiti, la Foresteria valdese grazie alla sua offerta culturale riesce a non patire più di tanto i “capricci meteo”. Tanto che nel corso della stagione estiva 2014, caratterizzata da abbondanti precipitazioni, hanno fatto quasi gli stessi numeri di quest’anno. Semmai il problema per la Foresteria è un altro, la difficoltà di mettere a disposizione dei propri ospiti anche l’offerta outdoor a disposizione sulle montagne della Valle Pellice. Escursionisti, mountain bikers e sportivi rimangono poco nella struttura a causa della difficoltà dei collegamenti con l’alta valle. «I nostri ospiti vanno piuttosto a passeggiare verso la Valle di Angrogna. Ma in molti arrivano in treno e non hanno mezzi propri per andare in alta valle. Mancano i collegamenti». Anche la Strada dei Valdesi lungo sentiero del Glorioso rimpatrio, sottolinea Elisa Charbonnier, è difficile da raggiungere dalla foresteria. Ci vorrebbe una regia capace di mettere in rete le varie realtà, che colleghi l’offerta culturale a quella sportiva di alta valle. Una delle funzioni che Sweet Mountains si propone per il prossimo futuro inserendo le varie realtà nella sua rete di turismo responsabile.
Maurizio Dematteis

Info: www.foresteriatorre.org