Ogni tanto qualche luogo comune cade. E’ ciò che è successo nell’ambito della rassegna “Dalla terra al cielo”, promossa dall’Associazione Hiroshima Mon Amour, in collaborazione con l’Associazione Sweet Sound e il supporto di Dislivelli, che si è svolta dal 20 giugno all’11 luglio in cinque amene località delle Alpi occidentali: Torgnon (Ao), Chamois (Ao), Bosio (Al), Bobbio Pellice (To) e San Pietro Val Lemina (To). Protagonisti della rassegna sono stati cantanti, musicisti, attori, scrittori e persone comuni, di tutte le età.

La prima giornata si è aperta con il Workshop di scrittura di Enrico Cammani, scrittore e giornalista: un laboratorio sul reportage in/sulla montagna ispirato alla prima ascesa al Cervino, avvenuta il 14 luglio 1865, 150 anni fa. In serata il concerto di Carlot-ta, cantautrice, pianista e polistrumentista, che con la sua band si è esibita nella parrocchia di San Martino a Torgnon, regalando, complice un’acustica strepitosa, autentiche emozioni con brani tratti dal suo ultimo album “Songs of mountain stream”, realizzato a partire dai suoni campionati nel bosco, nei villaggi, nelle fattorie e lungo i ruscelli.
Il secondo appuntamento si è svolto nella cornice dell’Ecomuseo Cascina Moglioni del Parco delle Capanne di Marcarolo, dove Wu Ming 2 (all’anagrafe Giovanni Cattabriga) e un eccezionale gruppo di musicisti (Egle Sommacal e Stefano Pilia, per fare due nomi) hanno messo in atto “Razza partigiana”, 13 testi musicati su altrettante ballate elettriche originali, in cui la lettura prende il posto del canto per raccontare la storia di Giorgio Marincola, morto in Val di Fiemme durante l’ultima strage nazista in territorio italiano, alla fine della Seconda guerra mondiale.
Il 27 giugno, a Chamois, la vera star è stato il Jazz. A partire delle tre del pomeriggio, si è svolto il workshop di musica d’insieme ed elementi di tecnica dell’improvvisazione del maestro Pietro Ballestrero, rivolto a musicisti di ogni livello, età, strumento e genere. La giornata si è chiusa con il capolavoro cinematografico “Aleksandr Nevskii”, diretto da Sergej Ejzenštejn nel 1938, rimontato e ridotto a 55′ da Giorgio Li Calzi, che lo ha sonorizzato ex-novo con i suoi strumenti: elettronica, vocoder e tromba.
Si sono invece dovuti conquistare un po’ di più lo spettacolo gli spettatori di Giuseppe Battiston e Piero Sidoti che hanno messo in scena “Il precario e il Professore”: il primo sognatore e di sani principi, con la voglia di costruire qualcosa di cui essere fiero; il secondo cinico e disincantato, ma con la smania di insegnare bassezze e piccoli trucchi per apparire e sminuire il prossimo. Lo spettacolo si è svolto al rifugio Jervis sopra Bobbio Pellice, nella splendida conca del Prà, raggiungibile con una piacevole camminata in poco più di un’ora. Al pubblico, per premio, è stata offerta una serata costruita su un alternarsi di risate (molte) e amare riflessioni.
L’ultimo appuntamento rientrava nel Festival di Torino e Le Alpi, seconda edizione della manifestazione promossa dalla Compagnia di San Paolo, il cui scopo è «parlare di montagna in termini artistici e creativi», che si è svolto a Torino e nelle valli alpine dal 10 al 12 luglio. Per l’occasione “Dalla Terra al Cielo” ha presentato al rifugio Melano (più conosciuto oggi come Casa Canada) una serata su Guido Rossa, alpinista e sindacalista (assassinato dalle Brigate Rosse), a partire dalla corrispondenza con l’amico Ottavio Bastrenta. Le voci e le capacità narrative di Giuseppe Cederna ed Enrico Camanni, accompagnate dalla chitarra di Gigi Giancursi, hanno creato un’atmosfera raccolta, quasi intima, rendendo la serata unica.
Sono stati cinque appuntamenti che hanno portato gli spettatori ad ascoltare, guardare e vivere la montagna in modo pieno, senza dover necessariamente trattare temi di montagna o essere dei professionisti della montagna. Perché la montagna può anche questo: essere protagonista senza doverlo ostentare. Ogni tanto qualche luogo comune cade!
Silvia Guerra

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