A Provaglio Val Sabbia, un Comune sparso formato da varie frazioni situate sulle balze del versante orografico sinistro della valle del Chiese, raggiungibili dal fondovalle dall’abitato di Barghe, è giunto da quattro anni Marco Furlanetto, un artigiano del legno gestore di un B&B di recente creazione.

Classe 1962, Marco nasce da genitori milanesi e trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Milano, dove sceglie di preferire al liceo la frequentazione dell’istituto agro-forestale: sin da giovanissimo, infatti, comprende la sua vocazione a vivere in mezzo alla natura, lontano dai fragori urbani, e il desiderio di penetrarne i segreti. Finita la scuola, senza esitazione e con le idee ben chiare in testa, decide di lasciare la metropoli per andare alla ricerca di un luogo immerso nel verde e nel silenzio, dove mettere radici, dedicarsi all’orto, all’allevamento di qualche animale e a vari lavori artigianali. Giunge così nell’alto Mugello, in Toscana, in una zona selvatica e attorniata da aspre montagne, dove si stabilisce in un ampio podere di dieci ettari. «La natura è l’unico elemento che abbiamo a disposizione dotato di meccanismi così antichi e reali, l’unico punto di riferimento che ci è dato per sentirci ‘centrati’ – racconta -. In città vivi in posti magari bellissimi, ma comunque sempre realizzati dall’uomo, dove è l’uomo al centro di tutto. Quando stai nella natura, invece, più di quanto tu riesca a penetrare lei – cosa che non è necessariamente indispensabile – è lei che penetra te e ti dà quei punti di riferimento che sono fondamentali per l’equilibrio delle persone». Oltre a lavorare la terra, Marco si dedica alla creazione artigianale di mobili in legno lavorati a coltello, di foggia rustica, una passione che lo accompagnerà per tutta la vita e che negli anni evolverà nel gusto e nello stile: «Un altro elemento fondamentale per me e, in generale, nella vita delle persone è la creatività – dice –. Ognuno di noi ha degli aspetti della propria interiorità abbastanza compressi, e la creatività è una delle poche vie che ti permettono di decomprimere queste zone. Natura e creatività sono due presenze molto importanti per stare bene». Dopo tanti anni trascorsi in Toscana e risvegliato dalla voglia di cambiamento, Marco decide di spostarsi nelle montagne lombarde per avvicinarsi alla figlia Stella e andare alla ricerca di un luogo dove stare bene; dove sentire energie positive ed esprimere al meglio le proprie vocazioni, dotato di caratteristiche dove progettare una casa in bioedilizia basata sul rapporto con la luce, esposta a sud e prospiciente un’ampia veduta da cui ammirare il panorama, da adibire parzialmente a Bed & Breakfast per l’accoglienza di turisti alla ricerca della quiete e del contatto con la natura. «Per trovare un posto che mi piacesse ho girato per mesi con una bussola – racconta –. Ho esplorato tutte le montagne di Bergamo a una distanza ragionevole dalla pianura, quindi senza andare troppo in alto. Cercavo un posto né troppo freddo né troppo caldo, sugli 800 metri di quota, che ritengo l’altitudine ideale per poter stare bene». Dopo un lungo peregrinare nelle Valli bergamasche, di andamento nord-sud e quindi non facilmente dotate delle caratteristiche di cui Marco era alla ricerca, specialmente in rapporto alla luce, inoltre pesantemente intaccate dalla cementificazione che dagli anni Ottanta ha apportato il fenomeno delle seconde case, ecco, infine, l’approdo nella meno nota Valle Sabbia, in provincia di Brescia, e in particolare nella frazione Arveaco di Provaglio, dove acquista un bellissimo pianoro rivolto a sud, riparato dal vento, con un’ampia veduta sul fronte: è il luogo ideale dove realizzare il suo sogno, dove progettare e costruire la sua casa, calda d’inverno e fresca d’estate, penetrata dalla luce, rivestita da muri in terra cruda che facciano da regolatori naturali dell’umidità, dove gli ospiti del B&B, che decide di chiamare “L’Asino che vola”, possano sentirsi bene.

«Queste zone sono molto belle, isolate, quiete, ma pressoché prive di turismo. In mezz’ora sei sia sul Lago d’Idro che sul Lago di Garda. Di ritorno, alla sera, fa fresco e c’è molto silenzio per rilassarsi – dice –. Intercettare clienti sul posto è impossibile, per cui tutta l’attività di promozione si svolge su internet, sui siti specializzati. Io lavoro soprattutto con stranieri attratti dal Lago di Garda che, tramite mappa, scelgono di soggiornare in un luogo vicino ai punti di attrazione, ma ad un tempo lontano dal turismo di massa e dalla confusione. In due o tre anni ho avuto gente da tutto il mondo: europei, ma anche persone provenienti da Nuova Zelanda, Australia, Stati Uniti, Israele, Iran. È una bella esperienza, soprattutto dal punto di vista umano». Proprio mentre chiacchieriamo di ospitalità, ecco che arrivano da Pinzolo, diretti verso il Garda, due coniugi olandesi. «Oggi pioverà ancora, ma domani ci sarà il sole», li rassicura Marco, mentre scivolano nella loro camera dotata di ampie vetrate che danno sulla vallata.
In conclusione alla nostra chiacchierata, come avviene sempre alla fine delle interviste ai “nuovi montanari” che incontro, chiedo del rapporto e delle esperienze di inclusione o esclusione da parte della gente del posto, attaccata alle proprie tradizioni e al secolare familismo che anima la vita sociale dei luoghi più appartati di montagna. «Ho iniziato trent’anni fa a fare questo tipo di vita; allora erano altri tempi – attacca Marco -. Arrivato in Alto Mugello, caratterizzato perlopiù da un turismo di villeggianti che non vivevano distanti, ricordo che, quando entravo al bar, tutti rimanevano in silenzio e mi guardavano! Ora i tempi sono cambiati – sorride. E aggiunge: A me piace stare da solo e non sono un tipo che cerca la compagnia a tutti i costi. Sono uno che tende a non imporsi e rispetto chiunque rispetti me. Grazie a questo spirito, né un tempo né oggi ho mai avuto problemi con la gente del posto. Qui semmai sono io l’intruso; sono io che devo camminare più in punta di piedi di chi è qui da generazioni. Qui arrivano anche persone del posto incuriosite e attratte da una persona e da una casa diverse rispetto agli standard a cui sono abituati». E questo è il segreto per vivere pacificamente a contatto con le comunità di montagna, penso infine tra me: se rispetti e non ti imponi verrai rispettato; se comprendi verrai compreso. Avanti così, dunque, Marco, e buon volo all’Asino!
Michela Capra

Per informazioni: Marco Furlanetto, B&B “L’asino che vola”, Via Belvedere, 54, 25070 Provaglio Val Sabbia, fraz. Arveaco (BS), Tel. 3470324345
Facebook: https://www.facebook.com/BBasinochevola