Il Forte di Exilles, nel comune omonimo in provincia di Torino, media Valle di Susa, è uno dei più importanti sistemi difensivi del Piemonte insieme al complesso fortificato di Fenestrelle e a quello di Vinadio. Nel VII secolo un cronista della Novalesa cita sul roccione inclinato di Exilles una primitiva fortificazione distrutta dai Franchi. La prima descrizione del castello risale al 1339: la pianta si presenta quadrangolare e con più torri, stalle e magazzini esterni, molto diversa dalla piazzaforte solida e compatta di oggi. Infatti, dopo la distruzione ordinata da Napoleone, la fortezza è stata ricostruita nel diciannovesimo secolo.
Intorno al Forte sono nate alcune leggende. La più famosa, a cavallo tra verità storica e invenzione, narra di una personalità rinchiusa tra il 1681e il 1687 che potrebbe identificarsi con la famosa Maschera di Ferro.

Il primo a sollevare il problema fu Voltaire che, durante il breve periodo di permanenza nel carcere della Bastiglia nel 1717, apprese dell’esistenza di un misterioso personaggio dal volto mascherato. La prigionia della Maschera di Ferro al Forte di Exilles sarebbe documentata da un carteggio tra l’allora ministro francese della guerra, Marchese di Louvois, e il governatore della piazza di Pinerolo dove la Maschera soggiornò prima che il governatore ne comandasse il trasferimento in Valle di Susa. Il carteggio tratta delle spese sostenute per il sostentamento (vitto e vestiario) del misterioso prigioniero.
Ma chi era la Maschera di Ferro? Si presume che sia stata una personalità importante che il sovrano Luigi XIV, il Re Sole, non aveva avuto la forza o il coraggio di mandare al patibolo. Il 24 agosto 1669 l’uomo giunse nella prigione della Cittadella di Pinerolo scortato da D’Artagnan e dai suoi moschettieri. Nell’ottobre del 1681 il prigioniero fu trasferito alla fortezza di Exilles, dove rimase fino al 17 aprile del 1687, prima di essere trasferito alla cittadella di Briançon e poi a Fort Royal, nell’isola di Santa Margherita al largo di Cannes. Infine nel 1698 fu riportato a Parigi nelle celle della Bastiglia, dove morì il 19 novembre del 1703.
Alcuni anni dopo la morte si scatenò una caccia all’identità dell’uomo mascherato. «Sarà il gemello del re» propose Alexandre Dumas. «Un mistero vivente, un’ombra, un enigma» lo definì Victor Hugo. Per Voltaire fu «un prigioniero sconosciuto, dalla taglia al di sopra dell’ordinario, giovane e dalla figura nobile e bella. Portava una maschera con delle strisce d’acciaio. I carcerieri avevano l’ordine di ucciderlo se avesse osato togliersela».
Enrico Camanni