«La neve? Merce rara quest’anno!», protesta ironico Daniele Orusa della Porta di Valle di Brossasco (Cn), la struttura che accoglie e accompagna i turisti alla scoperta del Val Varaita. Era dagli anni Ottanta che non si vedeva una stagione così sfortunata sulle Alpi del Nordovest. Ma da qualche giorno che la neve è tornata a imbiancare la media e l’alta montagna risollevando l’umore di sciatori, scialpinisti e operatori del settore, sono stati tanti gli impianti chiusi a causa del vento e delle temperature elevate».
Ma chi dice che in montagna d’inverno si deve per forza andare a sciare? Tanto sole, cielo limpido e temperature da inizio primavera. I sentieri sono gli stessi dell’estate e per praticarli è sufficiente qualche piccolo accorgimento: le racchette da neve e i ramponcini da escursionismo si mettono e tolgono in pochi minuti e aiutano ad affrontare anche i tratti di percorso più pericolosi, quelli ghiacciati o esposti.

«Questo inizio di stagione ha dimostrato le potenzialità della media e bassa valle, zone spesso poco frequentate – continua Orusa –. Con poca neve si sfrutta quello che c’è e la gente si dirige verso quote più basse, muovendosi sulla rete escursionistica esistente. Il risultato? I flussi sono stati in linea con gli anni passati e sono addirittura aumentati di qualche punto». Un’occasione unica per le medie e basse valli, che le strutture sul territorio, se pronte e ricettive, possono volgere a proprio favore.
La ricetta è una sola, ma ognuno la insaporisce con i propri accorgimenti. «Noi abbiamo puntato sulla rete escursionistica e stiamo proponendo un percorso che tocca l’intera Valle in dodici tappe (Valle Varaita trekking)», conclude Orusa.

Poi c’è chi investe sulla cultura: è il caso di Fontainemore (Valle del Lys, Ao), il comune che non ti aspetti a pochi chilometri dai caroselli sciistici di Gressoney. «Ci troviamo nel cuore della cultura e dell’architettura walser e le passeggiate organizzate dai nostri accompagnatori naturalistici hanno riscosso molto successo – incalza Federico Chierico, gestore del Centro visite della Riserva naturale del Mont Mars –. Dobbiamo cercare di spiegare ai turisti che la montagna invernale è bella, con o senza neve, e per questo abbiamo un ricco calendario di attività in programma da praticare su sci e ciaspole oppure a piedi». Alcuni puntano sulla comunicazione, come il Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri, che dedica ogni settimana una newsletter alle attrattive del territorio, e altri sulla natura, come l’Associazione Naturavalp, di cui fanno parte alcune strutture ricettive a conduzione familiare della Valpelline (Ao). «Le iniziative proposte in questo inizio stagione erano perlopiù legate alla scoperta della nostra gente, delle tradizioni valdostane e dei mestieri di montagna – racconta Daniele Pieiller, presidente dell’Associazione e gestore del Rifugio Crête Sèche –. Abbiamo portato i turisti in visita alle aziende agricole che qui in Valpelline lavorano ancora la terra per degustare i prodotti del territorio e organizzato visite nei laboratori degli artigiani del legno». Piccole strutture, in grandi località, che hanno saputo adattarsi e resistere a questo inizio di stagione anomalo: «Facciamo numeri poco importanti rispetto alle stazioni skitotal – continua Pieiller –, ma tutte le attività di Naturavalp hanno dichiarato un aumento di presenze rispetto agli altri anni».
Nella rete Sweet Mountains ci sono strutture che hanno imparato a sopravvivere anche agli eventi meteorologici più bizzarri e con le loro voci testimoniano che si può essere felici anche senza neve. «Non è la più forte delle specie che sopravvive né la più intelligente, ma la più reattiva ai cambiamenti», diceva Darwin. L’importante, in montagna, è farsi trovare pronti.
Daria Rabbia