Un complesso storico artistico che negli ultimi due decenni è stato interessato da ingenti investimenti economici, con lavori di ristrutturazione e restauro del patrimonio culturale. Un piano di valorizzazione che promuove azioni finalizzate al miglioramento della fruizione del patrimonio culturale operando sull’apertura dei beni e sulla loro presentazione e valorizzazione integrata.
Tutto questo è “Valle di Susa.Tesori di Arte e Cultura Alpina”, realtà nata nel 2003 e che oggi raccoglie 37 comuni della valle, i parchi naturali, 12 associazioni di volontariato culturale, gli istituti scolastici, i consorzi turistici e numerosi operatori enogastronomici e della ricettività. Tutti firmatari del protocollo d’intesa e a pieno titolo tra gli attori del piano integrato.
Il piano integrato per la presentazione del patrimonio culturale ruota attorno a temi quali l’arte sacra, l’archeologia, le fortificazioni e la cultura materiale. Ma non pensate a una gestione centralizzata della governance del piano. Pensate invece all’avvio di un processo confederativo, in cui i singoli aderenti hanno mantenuto la loro autonomia organizzativa, gestionale e operativa. Il piano culturale di valle consente infatti risultati concreti proprio grazie al sistema, al coinvolgimento, al metodo inclusivo, alla responsabilizzazione diffusa, al mantenimento della gestione del bene in capo a diversi soggetti.
Sotto il profilo organizzativo, dunque, la scelta operata dai partner del sistema culturale è stata quella di non creare nuovi enti, e di dare vita a un sistema con una governance a rete, leggera, a partire da poche e semplici regole, frutto delle esperienze finora fatte sul territorio.

Il punto di partenza dove si sono esplicitati la filosofia e gli obiettivi strategici del progetto di valorizzazione è costituito dal Protocollo d’intesa, con il quale i sottoscrittori si impegnano, per quanto di loro competenza, a operare secondo le linee guida del protocollo, agendo in una logica di Sistema di valle.
In pratica, il metodo di lavoro di Tesori di Arte e Cultura Alpina prevede tre livelli di partecipazione: il primo è il Comitato di coordinamento del progetto, rappresentativo dei portatori di interessi del territorio, in cui vengono discusse le strategie generali e condivisi i piani di azioni annuali proposti dai gruppi di lavoro e vengono verificati i risultati. Cui si affianca la Cabina di regia, a sua volta affiancata dalla segreteria organizzativa, con compiti di supporto operativo, che garantisce il raccordo tra i gruppi di lavoro evitando i pericoli della frammentarietà e assicurando il passaggio di informazioni.
Il secondo, rappresentato dai Gruppi di lavoro, che operano sui diversi temi in cui il territorio si è ritrovato a organizzare il proprio patrimonio storico-culturale e paesaggistico – ambientale.
Terzo livello quello della Segreteria organizzativa, l’organismo tecnico con compiti di supporto ai Gruppi di lavoro, di mediazione culturale e di “manutentore” delle reti, cui si affianca il ruolo dell’animatore del sistema, specialista più di relazioni umane che di patrimonio culturale, che ha il compito di lavorare sulla rete, facendola vivere.

Un modello all’apparenza complesso, ma che in buona sostanza cerca di favorire l’aggregazione di attori diversi (enti pubblici, associazioni, proprietari dei beni culturali, operatori economici, singoli cittadini, etc.) attorno a un piano di sviluppo condiviso; promuove azioni di sviluppo sostenibile finalizzate a mettere in valore il patrimonio culturale locale; facilita l’attivazione a livello locale di processi di gestione in rete del patrimonio culturale; promuove lo sviluppo di forme turismo sostenibile; si basa su un sistema di governance che stimola la partecipazione degli attori locali al processo di definizione del piano di sviluppo e di implementazione delle attività previste; promuove un duplice processo di integrazione: tra attori diversi (pubblici, privati e del terzo settore) e tra attività economiche diverse (turismo, agricoltura, artigianato, etc.); stimola la partecipazione al processo di valorizzazione del patrimonio culturale locale delle realtà associative (culturali, turistiche e ambientali); e infine favorisce la presa di coscienza dei territori delle proprie potenzialità di sviluppo e la creazione di una rete di territori interessati alle stesse tematiche.
Roberto Canu

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