Reinhold Messner, Luigi Zanzi, Paolo Zanzi, Messner tracks, i musei dell’avventura, Skira, 2013. 430 pagine, 40,00 euro.

L’editore lo presenta così: «Anche le idee camminano: Messner ha realizzato i “musei dell’avventura” (Bolzano – Castel Firmiano; Monte Rite – Dolomites; Brunico – Ripa; Solda-Sulden – Ortles; Val Venosta – Castel Juval) per mettere in cammino la sua idea della montagna, la storia dell’avventura dell’uomo tra le montagne, nonché la storia dell’alpinismo, con il retaggio culturale che tali vicende comportano per l’umanità, quale risorsa per la sorte dell’uomo. Questo libro invita il “visitatore” del “mosaico dei musei-teatro” della catena MMM (Messner Mountain Museum) a porsi sulle “orme” di Reinhold Messner, per seguirlo nella personale interpretazione del racconto che ha messo in scena, in una sorta di rappresentazione drammatica della storia in cui attori sono le montagne, i popoli montanari, gli alpinisti».
Che i musei di Messner siano esposizioni “firmate” è cosa certa, nel senso che rispondono non tanto al bisogno di raccogliere degli oggetti o delle opere d’arte, quanto alla scelta di diffondere dei messaggi, delle idee, talvolta delle provocazioni. Sono musei d’autore tout court, e non in percentuale “controllata” come avviene per esempio al Museo delle Alpi di Bard, dove si è scelto di affiancare gli autori ai professionisti di ogni disciplina, salvaguardando una priorità scientifica che trovi piena espressione nella capacità espressiva. Messner si concentra sulla filosofia del progetto mantenendo saldamente in primo piano la sua visione della montagna, così che l’esposizione «si dispiega – scrive Luigi Zanzi, storico e filosofo lui stesso – e si offre alla visitazione anche come proposta di suscitare, con qualche spunto di provocazione filosofica, la disposizione del visitatore». I musei di Messner propongono una specie di percorso iniziatico, «una linea d’orizzonte, un itinerario dell’avventura, una via d’invenzione di nuovi sentieri nella propria esplorazione», intendendo per avventura una scelta etica ed esistenziale che comprende anche la notevole quantità di opere d’arte – classica e contemporanea – che i musei della catena MMM offrono al pubblico.
Il volume è ricco di spunti interpretativi ma resta innanzi tutto un libro fotografico. Grazie al lavoro di Paolo Zanzi si può viaggiare nei musei di Messner senza nemmeno andarci, e questa è un’ulteriore chiave di lettura di un apparato scenico complesso, appassionato e talvolta contraddittorio come lo sono le montagne e gli sguardi di chi le pensa.
Enrico Camanni