Siamo in Valle Stura, provincia di Cuneo, in una di quelle porzioni di Alpi flagellate dallo spopolamento del secondo dopoguerra, dove nel 1972 un giovane Bartolomeo Bruna apriva il primo posto tappa Gta nel centro dell’abitato di Sambuco.
«Non è che facessimo distinzione tra apertura estiva o invernale: quella era la nostra casa. D’inverno si lavorava prevalentemente come osteria e con alcuni scialpinisti che pernottavano nel weekend. Poi negli anni ’80 è iniziato il boom delle scuole Cai provenienti da tutto il Piemonte e la Liguria. Certi anni dovevano prenotare a ottobre nella speranza di trovare ancora posto. Una volta sono riuscito a ospitare tutto il corso della Sucai di Torino: oltre 100 scialpinisti che ho sistemato da me e in molte seconde case vuote. Considero quegli anni come il periodo di semina».
Bartolo e la sua Osteria della Pace diventano un’istituzione per tutti gli scialpinisti diretti in Valle Stura, anche perché lui stesso è un appassionato della disciplina, sempre pronto a fornire utili consigli sulle condizioni della neve e sulla scelta degli itinerari in anni in cui le recensioni in tempo reale pubblicate su Gulliver.it non erano lontanamente concepibili. E da esperto sciatore alpinista, conosce bene l’appetito di coloro che rientrano dalle gite in giornata, per i quali la sosta in osteria diventa una necessità. Così la struttura cresce e si sviluppa, fino al ’94-’95 quando diventa un vero e proprio alberghetto.

«Dopo la ristrutturazione è iniziato il flusso di austriaci e tedeschi che venivano in Valle Stura attratti dalla neve sempre abbondante nelle Alpi Marittime e dai bei percorsi da salire con le pelli sotto gli sci. Sono stati una risorsa molto importante perché mi riempivano la struttura dalla domenica sera al sabato mattina, quando di italiani non se ne vedeva nemmeno l’ombra. La presenza di stranieri è costantemente aumentata anche grazie a un ricambio che c’è stato negli anni: recentemente sono cresciuti gli svizzeri che rappresentano l’80% delle presenze e che spesso arrivano con le stesse Guide alpine altoatesine che un tempo portavano i tedeschi. Per stare dietro a questa clientela sono andato anche io in giro a visitare le strutture ricettive in area dolomitica e in Valle d’Aosta; infatti negli ultimi anni ho costruito una piccola spa e sto terminando il rivestimento in legno di tutte le camere».
I frequentatori italiani e stranieri dell’Albergo della Pace sono prevalentemente scialpinisti, ma in Valle Stura si praticano anche altri sport invernali, dallo sci nordico allo sci alpino, dall’escursionismo con le ciaspole all’arrampicata sulle cascate di ghiaccio.

«Lo scialpinismo è diventato una sorta di moda, continua a registrare un incremento di praticanti e quindi di nostri frequentatori. I fondisti hanno un approccio molto sportivo, salgono in valle per il loro allenamento e se ne tornano a casa senza fermarsi. Dal punto di vista del ghiaccio, la nostra valle non è una meta molto conosciuta e, in più, i cascatisti sono un po’ dei figli dei fiori come i rocciatori e preferiscono affrontare la montagna in maniera un po’ più spartana. Invece il boom delle racchette da neve ha portato tutta una tipologia di persone che, altrimenti, non si sarebbe avvicinata alla montagna d’inverno. E, infine, per noi è comunque importante la presenza degli impianti di Argentera perché, in fondo, gli scialpinisti sono anche appassionati di discesa e non disdegnano la giornata in una stazioncina rinomata per i percorsi di freeride. Sarà che l’inverno è più lungo perché dura da dicembre a maggio, mentre i turisti in estate arrivano a luglio e agosto, però noi registriamo maggiori presenze nella stagione fredda».
L’osteria della Pace si è trasformata in albergo a 3 stelle e, nel frattempo, in zona hanno aperto altre strutture che stanno sviluppando una vocazione della Valle Stura per quel turismo invernale alternativo al modello ski total.
Simone Bobbio

www.albergodellapace.com