Il 20 novembre presso la sede di Ires Piemonte è stato presentato il libro “La montagna italiana. Confini, identità e politiche” curato da Fiorenzo Ferlaino e Francesca Silvia Rota, uscito quest’anno nella collana Scienze Regionali dell’editore Franco Angeli.

Il libro raccoglie i contributi al seminario “Risorsa o rischio? Il contributo delle terre alte allo sviluppo regionale”, organizzato a Torino l’anno scorso dall’Associazione Italiana di Scienze regionali. Nella prima parte si trattano temi che riguardano la situazione e le tendenze attuali: che cos’è montagna in Italia (A. Omizzolo e T. Streifeneder), la frammentazione istituzionale dei territori alpini (E. Granata e P. Pileri), il problema delle basse valli alpine (K. Sutton), l’auto-rappresentazione partecipata della montagna nel caso dell’Appennino reggiano (P. Rizzi e G. Teneggi). La seconda parte è dedicata alle politiche: quelle relative ai prodotti agroalimentari con particolare riguardo alla “civiltà del castagno” (M. Adua), gli attraversamenti ferroviari delle Alpi e la governance istituzionale (A. Debernardi), la sostenibilità del tunnel del Brennero in termini di emissioni di CO₂ (F. Maino e F. Cavallaro), la contabilità ambientale riferita ai casi della Val Trompia e della Valcamonica (M. Bagliani e A. Pietta), la quantificazione dei servizi ecosistemici nei programmi di sviluppo rurale (C. Rega e A. Spaziante). Una introduzione dei curatori mette in evidenza la rilevanza degli studi sulle terre alte in vista di una programmazione strategica del loro futuro, a partire da quella dei fondi strutturali 2014-2020. Il dibattito si è sviluppato soprattutto su questi ultimi temi, con interventi di G. Dematteis (Dislivelli), F. Pastorelli (Cipra), L. Riba (Uncem) e di G. Vignale, assessore alla montagna della Regione Piemonte. Quest’ultimo ha fatto il punto sulla programmazione regionale dei Fondi europei, assicurando che nel Documento Strategico Regionale verrà inserito un progetto per la montagna sostenuto trasversalmente dalle varie direzioni settoriali e, come richiesto dalla Commissione europea, dai diversi Fondi, compreso il FSE. Infine che nel PSR verranno tenute presenti le esigenze della montagna, distinguendole da quelle della pianura e della collina.