Quasi il 60% dei comuni della Provincia di Cuneo sono montani e, secondo uno studio recente dell’Ires Piemonte, il 71% di essi è in una situazione di marginalità economica. Ciò significa che gran parte del territorio e una parte non trascurabile della popolazione della Provincia è stato – ed è tuttora – escluso dai processi che hanno invece portato il resto del Cuneese a posizionarsi tra i più ricchi in Italia e in Europa. Fino a pochi anni fa si riteneva che la marginalizzazione dei territori montani interni fosse la naturale conseguenza di condizioni di contesto locali sfavorevoli come il clima, la morfologia, la scarsa accessibilità, la scarsità delle risorse umane. Oggi questo giudizio va però in parte rivisto, alla luce dei fenomeni di re-insediamento già in atto in altre parti della regione alpina e in qualche misura anche in Piemonte.
A tal riguardo, l’Associazione Dislivelli, su incarico e in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, ha svolto una ricerca dal titolo “Terre alte in movimento”, con l’obiettivo di avere un quadro generale su queste tendenze innovative nella e della montagna cuneese. La ricerca, ormai conclusa, ha permesso di far emergere alcuni dei caratteri dell’innovazione territoriale dentro la montagna cuneese attraverso l’analisi della progettualità locale e l’approfondimento in loco di alcune iniziative puntuali. Sebbene si tratti di indagini a campione, è stato interessante osservare che le differenti esperienze analizzate combinano insieme forme diverse di innovazione, da quella tecnologica a quella culturale, sociale, ecc. Andando nella direzione di implementare modelli alternativi di sviluppo, come quello della green economy, che punta alla valorizzazione di beni alpini – quali il patrimonio idrico, forestale e ambientale – o della soft economy, basato sulla valorizzazione dell’identità locale e della storia insieme alla conoscenza e alla creatività a partire dalle capacità espresse o latenti dei territori e delle comunità locali.
Dunque emerge una tendenza dei contesti alpini ad utilizzare un approccio innovativo al territorio per creare nuove e innovative opportunità di uso delle risorse territoriali in vista di uno sviluppo che garantisca una certa qualità della vita, una montagna ospitale e accogliente, la presenza di un presidio territoriale. Questi sintomi di ripresa si devono sia alla rivalutazione dei valori e delle risorse endogene locali (ambientali, culturali, agro-forestali, energetiche, ecc.), sia alla rivalutazione degli stili di vita non consumistici, sia ancora al miglioramento dell’accessibilità e alle nuove possibilità offerte dalle telecomunicazioni (internet, posta elettronica, virtual networking, telelavoro). Si tratta di una ripresa di interesse per la montagna in gran parte caratterizzata da nuovi modi di porsi nei suoi confronti per quanto riguarda l’abitare, il fare impresa, l’utilizzo delle risorse locali e la fruizione ambientale.
Un quadro che mette sicuramente in evidenza, da un lato, ancora la necessità di superare alcuni gap strutturali della montagna marginale che richiedono, senza ulteriori ritardi, di agire in alcune direzioni precise: riduzione del digital divide, costruzione di scenari di sviluppo a livello territoriale, rafforzamento del networking interno ed esterno; dall’altro lato il rovesciamento dell’idea finora predominante che la creatività e l’innovazione necessitino per forza di un ambiente urbano per svilupparsi. La ricerca mostra che l’innovazione, che passa attraverso una capacità creativa locale, può trovare anche nell’ambiente montano, alpino in particolare, un milieu adatto al suo sviluppo e, anzi, in alcuni casi, le difficoltà insite nella montagna rappresentano uno stimolo per trovare soluzioni innovative alla risoluzione dei problemi. Dunque montanari come “problem solver”, come già auspicava la Dichiarazione di Lillehammer del 2010 elaborata all’interno di Euromontana. Mentre la vecchia visione, prevalentemente assistenziale, poteva al massimo rallentare lo spopolamento, la nuova visione, se opportunamente sostenuta, può portare a una relativa crescita della popolazione, soprattutto giovane, capace di invertire una tendenza al declino ormai secolare e di ricuperare vasti territori conformemente alle indicazioni di sviluppo sostenibile e di coesione del programma Europa 2020.
Queste sono alcune delle questioni che verranno discusse durante l’incontro “Terre alte in movimento. Progetti di innovazione nella montagna cuneese”, previsto martedì 8 ottobre 2013 alle ore 15.00 presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Spazio Incontri Cassa di Risparmio 1855, via Roma 15, Cuneo.
Presenteranno i risultati del lavoro i ricercatori dell’Associazione Dislivelli e del Politecnico di Torino. Discuteranno insieme a loro Aldo Bonomi, direttore Aaster ed editorialista del Sole24Ore, e alcuni testimoni di esperienze innovative nella montagna cuneese.
Federica Corrado e Giuseppe Dematteis