Potrebbe apparire come un miraggio in aree montuose non propriamente vocate alla frequentazione internazionale. Invece è accaduto realmente dal 15 al 21 giugno scorsi, quando un gruppo di bikers condotto dalla guida svizzera Lukas Stöckli, ha coperto la cosiddetta Traversata delle 11 valli da Ivrea a Torre Pellice su e giù per le valli Chiusella, Orco, Tesso e Malone, Ala e Grande di Lanzo, Susa, Sangone, Chisone, Germanasca e Pellice. Si è trattato della prima spedizione di clienti con cui Stöckli ha voluto testare un percorso inedito che lui stesso aveva riscoperto negli anni passati. La testata di Dislivelli è stata invitata a partecipare alla quarta tappa da Traves ad Avigliana valicando i colli della Dieta e del Colombardo.

«Sono innamorato delle Alpi piemontesi – esordisce Stöckli – e porto ogni anno una decina di gruppi stranieri a percorrere i sentieri e le strade militari di questa splendida regione».
Lukas abita a Stans sulle rive del Lago di Lucerna, dove le montagne non mancano di certo, ma ha sviluppato una vera e propria passione per le valli nostrane riuscendo a coinvolgere numerosi clienti svizzeri, tedeschi e austriaci – una decina di gruppi all’anno – che si prendono la briga di attraversare la catena alpina per seguirlo nelle sue spedizioni a sud dello spartiacque. Li abbiamo raggiunti in un alberghetto nella bassa valle di Lanzo, dove è praticamente impossibile osservare dei turisti in un giorno settimanale nel mese di giugno. Figurarsi la gioia dell’albergatore di fronte a un’intera comitiva che usufruisce della mezza pensione.

«Rispetto ai paesaggi cui sono abituato in Svizzera, qui si attraversano dei territori più selvaggi a causa dello spopolamento che noi non abbiamo vissuto in maniera così drammatica. Penso sia soprattutto questo l’elemento attrattivo per i clienti che vivono il viaggio in mountain bike più come un’avventura, lungo sentieri remoti dove spesso non si incontra anima viva».
Stöckli è stato un campione in questo sport, ha fatto parte della squadra nazionale elvetica, ma ha saputo crearsi anche una vita al di fuori dell’agonismo: dopo il ritiro dalle gare ha svolto per anni il lavoro di affrescatore di chiese prima di dedicarsi a tempo pieno alla professione di Accompagnatore in mtb. La sua abilità sta proprio nel saper fornire ai propri clienti le informazioni tecniche sul percorso insieme a una serie di approfondimenti culturali che consentono di conoscere meglio i territori che si attraverseranno. Ogni sera, durante i suoi raid, prima di cena convoca il gruppo per una riunione tecnica dove illustra in dettaglio le particolarità della giornata successiva raccontando la storia dei luoghi, descrivendone il patrimonio artistico, le caratteristiche sociali, le specificità ambientali. In questa traversata dalla Serra d’Ivrea, ai Valdesi della Val Pellice, passando per il Parco Nazionale del Gran Paradiso, la Sagra di San Michele e le miniere di talco della Val Germanasca, gli argomenti non mancano. E per tutti i dettagli su bivi, sentieri da imboccare, distanze e altimetrie, c’è la traccia gps che lui stesso ha registrato e che viene fornita ai partecipanti.
Durante la cena Lukas inizia a magnificare le qualità dell’accoglienza che si riceve in Piemonte. «Io e i miei clienti andiamo pazzi per la vostra cucina e per quelle pensioni spartane ma genuine che si incontrano in queste valli. Rispetto allo standard che si trova nelle nostre montagne, ci sono un po’ meno confort, ma si respira un’atmosfera più originale. Scelgo i percorsi in base alla bellezza delle strutture dove pernottare: tra i miei luoghi del cuore ci sono l’Osteria della Pace in Valle Stura di Demonte, le Locande occitane in Val Maira, la Fontana del Thures in Valle di Susa e la Foresteria di Massello che per me è la fine del mondo».
Il tempo per le chiacchiere si esaurisce insieme alla cena perché il giorno successivo l’inviato di Dislivelli sarà costretto a conservare tutto il fiato a disposizione per concludere dignitosamente la tappa, con oltre un’ora di distacco dall’ultimo dei clienti di Lukas. Pedalare insieme a Stöckli è un’esperienza che aiuta a vedere le montagne di casa in una nuova prospettiva grazie all’attenzione quasi maniacale con cui sono stati scelti i sentieri: curando la varietà dei paesaggi, cercando di toccare luoghi di rilievo storico e culturale, cercando insomma di valorizzare più possibile il territorio.
Dal punto di vista dei locali questa forma di turismo rappresenta un’opportunità per allargare la frequentazione e per destagionalizzare l’offerta conservando la propria vocazione montana.
Simone Bobbio