Duplice obiettivo della settimana che si è tenuta dall’8 al 12 luglio nel Parco delle Capanne di Marcarolo: da un lato illustrare ai ragazzi le opportunità di vita e lavoro che gli Appennini sono in grado di offrire, dall’altro portare visioni e nuove energie in una regione a lungo considerata marginale. Tra conferenze, lezioni, attività ludiche e pratiche – cui ha partecipato anche Dislivelli – i giovani sono stati introdotti al contesto storico, economico, culturale e ambientale dell’area. Ottenuto un inquadramento generale, è iniziata la fase progettuale durante la quale sono state elaborate delle visioni per immaginare l’avvenire di quelle montagne. Nel corso della settimana i ragazzi dell’Appennino Summer Camp hanno trascorso diversi momenti all’interno del Parco: sotto la supervisione dei guardiaparco hanno approfondito la conoscenza della flora e della fauna, svolto attività di orienteering, di pulizia dei sentieri, di contemplazione delle stelle e hanno partecipato a una sessione su caccia e selezione degli animali selvatici.
Alcune delle testimonianze più significative hanno riguardato proprio la scoperta di questo particolare ambiente che, nonostante la centralità della sua posizione geografica a breve distanza da città come Genova e Alessandria, risultava sconosciuto alla maggior parte dei partecipanti.
«Prima di questa esperienza non consideravo gli Appennini vere e proprie montagne e non avevo mai pensato alla possibilità di una vita qui. Ora le mie idee sono totalmente cambiate perché ho conosciuto il grande valore di questo territorio».
«Prima di venire qui avevo visitato solo le Alpi e consideravo l’Appennino un po’ come “montagna di serie B”. Ora ho visto in prima persona la bellezza di questi luoghi ed è un ricordo che mi porterò dentro per tutta la vita».
I ragazzi che hanno partecipato a questa prima edizione dell’Appennino Summer Camp hanno apprezzato l’iniziativa e porteranno con sé un ricordo positivo dell’esperienza. Probabilmente anche l’Appennino potrà trarre giovamento da questa ventata di attenzione grazie agli sforzi della famiglia Garrone, da molto tempo impegnata nella salvaguardia delle montagne.
Simone Bobbio