In alta Valle di Susa accade che la stagione sciistica sulle montagne olimpiche appena conclusasi abbia registrato un +20% di presenze nel periodo natalizio rispetto all’anno precedente e che un buon risultato di turisti stranieri, novità della presenza di russi e brasiliani in aggiunta ai consuetudinari inglesi, olandesi e francesi, abbia fortemente contribuito a salvare la stagione, anche grazie alle abbondanti nevicate. A questi dati, sicuramente positivi, si contrappone una situazione dettata dalla crisi che tocca tanto gli addetti agli impianti, i così detti operai della neve che per la prima volta scendono in piazza – o meglio in città – per manifestare contro la Regione, quanto i turisti italiani, che optando per un weekend low-cost preferiscono la giornata sugli sci mordi – il panino portato da casa – e fuggi. Poco più a valle capita invece che mai come oggi la crisi bussi alle porte delle fabbriche e delle ditte condizionate dall’andamento dell’auto e del comparto siderurgico. Mentre il sistema culturale continua a vivacizzare la valle, anche attraverso rilevanti progetti, come: “Un viaggio attraverso le Alpi” a cura di Tesori d’Arte e Cultura alpina. Inoltre, un riscoperto interesse si osserva per i corsi – sempre più frequenti e frequentati –  sul ritorno all’agricoltura di qualità e alle nuove forme di accoglienza, e la nascita di Etinomia, imprenditori etici per il bene comune, dimostra che qualcosa di innovativo su questi fronti si sta muovendo.

Il momento che sta attraversando la Valle di Susa è l’occasione, anche all’interno della crisi, per rilanciare sinergie: considerando il settore turistico si può intervenire sulla serie di aspetti che solo marginalmente adesso toccano il turista e l’economia locale. Risorse latenti e opportunità nascoste possono far vivere, tanto al turista della domenica quanto all’ospite internazionale, un’esperienza più coinvolgente ed appagante a partire da alcuni aspetti oggi secondari, dalle caratteristiche più rilevanti e dalle sue strade: le “Strade Blu” della Val Susa.

Proviamo allora a immaginare una Strada Blu, un percorso alternativo ricco di spunti per le diverse esigenze del turista: percorrendo una delle due statali che attraversano la valle (SS24 del Moncenisio e SS25 Monginevro) in alternativa alla veloce (1 ora e mezza Torino-Bardonecchia) e costosa autostrada e tangenziale (circa 12 euro tratta per circa 72 km di percorso) è possibile imbattersi in situazioni che conquistano lo sciatore; alle 17 per quanta voglia si abbia e per quanta forza nei muscoli delle gambe ci sia ancora si ripongono gli sci e ci si prepara al rientro, ecco diverse possibilità:

– Soluzione per chi ha appetito: esistono gli esercizi delle località sciistiche, ma risultano poco capaci di presentare un territorio attraverso i prodotti tipici locali da vendere al cliente. Perché fatta eccezione per le pasticcerie – a qualcuno è venuto sicuramente in mente lo storico krapfen di Bardonecchia – sono poche le realtà che imprimono nella propria filosofia la vendita e l’esaltazione delle produzioni locali.

– Soluzione per le coppie romantiche: si fa letteralmente un salto nel passato percorrendo la strada principale del centro storico di Exilles e, se si decide di fare una breve sosta, è anche possibile andare alla cantina vinicola locale e aggiungere al bel panorama un calice di vino.

– Soluzione per le famiglie: passeggiare nel centro di Susa o di Bussoleno è l’occasione per fare un ripasso di storia, dall’epoca romana a Napoleone, al medioevo, oltre che visitare vetrine e negozi con fornite librerie sulla storia locale. Anche se queste due importanti realtà della valle, è innegabile, presentano carenze significative dal punto di vista dell’accoglienza.

– Soluzione per i gruppi di amici: si è ormai fatta ora di cena, e si può optare per una merenda sinoira in uno dei locali tipici e a conduzione famigliare presenti a Mattie, piuttosto che a Chianocco, mentre per i più moderni apericena si deve andare un po’ più a valle, a Condove o Avigliana.

In definiva le “Strade Blu” della Valle di Susa offrono tante alternative, non costa nulla percorrerle, e offrono la possibilità di trascorrere del tempo in posti piacevoli con il vantaggio di arrivare a casa con lo stomaco pieno, non dover pensare a preparare la cena e, soprattutto, essersi portati a casa un pezzo in più di montagna.
Del resto oggi ad accaparrarsi la fedeltà del turista non possono più essere soltanto i 400 km di piste bianche quotidianamente tirate a lucido, ma ci vogliono anche le esperienze e le emozioni provate in ogni momento della giornata, come insegnano le proposte dei pacchetti che le più famose località sciistiche internazionali e i tour operator offrono. E in forma primordiale qualcosa sta accadendo anche in Valle di Susa, anche se ancora la situazione è ancora lontana dalle eccellenze offerte dai vicini francesi ai tanto miticizzati trentini. E allora forse si potrebbe anche solo partire dal sostenere musei e fortificazioni locali, spesso sotto visitati e sottoutilizzati. Magari con un semplice cartello pubblicitario inserito tra quelli delle agenzie immobiliari lungo le strade più trafficate, o aggiungendo una brochure nelle hall degli alberghi, o offendo pacchetti promozionali “noleggio sci + ingresso al museo”. Sforzi minimi, ma importanti segnali di inizio verso un cambiamento di paradigma nei confronti del turismo valsusino.
Erwin Durbiano