Di chi sono le Alpi? /Whose Alps are these?, a cura di Mauro Varotto e Benedetta Castiglioni, Padova University Press, 2012, pp. 331
Il libro contiene gli atti del Convegno organizzato da Rete Montagna ad Agordo nel settembre 2012. Il tema è di grande attualità perché riguarda questioni non pacifiche di identità e di appartenenza che si possono solo risolvere riconoscendo i diritti e i doveri di soggetti appartenenti a scale diverse, da quella strettamente locale a quella mondiale, di cui si parla nell’ultima parte del libro dedicata al “marchio” Unesco per le Dolomiti. La trattazione si articola in quattro sessioni: Chi decide per le Alpi?, Chi possiede le risorse delle Alpi? Le Alpi per chi? Di chi sono le Dolomiti? Nella prima sessione Marco Onida, segretario generale della Convenzione delle Alpi, ne illustra il ruolo di mediatrice tra uno sviluppo specificamente alpino, la necessaria apertura delle Alpi verso l’Europa e la dipendenza di fatto della regione alpina dalle metropoli dell’avampaese. Su questo aspetto interviene Giandomenico Zanderigo Rossolo, che guarda alla montagna come res derelicta, dsponibile a chi vuole impossessarsene. Roberto Franzini Tibaldeo applica il concetto di responsabilità di Hans Jonas al paesaggio. Viviana Ferrario analizza l’immagine della montagna nei piani territoriali e paesaggistici delle Regioni. Federica Corrado e Valentina Porcellana esaminano l’idea di ben-essere e di felicità a proposito del controverso impianto sciistico Civetta-Cadore. Nella seconda sessione il tema delle risorse è declinato da Christian Smekal in termini di ricerca e formazione, da Roland Psenner per quanto riguarda l’idroelettrico, da Davide Pettenella e altri a proposito dei pagamenti per i servizi ambientali (Pes), da Luca Battaglini e altri con riferimento al progetto “Sostenibilità dell’allevamento pastorale in Piemonte”, da Alberto Di Gioia per quanto riguarda accessibilità e servizi, da Andrea Macchiavelli in relazione all’utilizzo delle seconde case, da Giovanni Ferrazzi per quanto riguarda la rete dei rifugi. La terza sessione si apre con una riflessione di Paolo Viazzo sul rapporto tra demografia e mutamento culturale che smonta alcuni stereotipi basati su pregiudizi, tra cui quello che le Alpi vanno lasciate o restituite a presunti “montanari”, difficilmente individuabili a causa di un generale mutamento, che è anche discontinuità e impoverimento culturale. Philippe Bourdeau tratta il tema della convergenza turisti-residenti (amenity migrants) con riferimento alle Alpi francesi. Ugo Morelli riferisce su una ricerca sulla vivibilità della montagna, che tocca temi fondamentali come percezione paesaggistica, cambiamento, governo del territorio, partecipazione. Roberta Clara Zanini riferisce su un’approfondita indagine etnografica condotta a Macugnaga, riflettendo sulla conservazione e sulla valorizzazione del patrimonio culturale locale. Michael Beismann e altri illustrano i cambiamenti demografici e i loro effetti nelle Alpi Italiane, con dati e cartogrammi per i periodi 1951-’91, 2001-’11. Giacomo Pettenati illustra e commenta i risultati sui nuovi abitanti nei due casi di studio di Stroppo (val Maira) e Rore (val Varaita). Monica Argenta espone il caso degli immigrati caraibici in Vallebelluna, Luca Lodatti quello del riuso dei versanti terrazzati del Canale di Brenta, commentando il documentario “Piccola terra”. Nell’ultima sessione sono raccolti interventi sulle Dolomiti “patrimonio” dell’Unesco e i problemi che ne derivano. Tra essi quello di Mauro Varotto tocca l’esigenza di guardare oltre il “recinto” Unesco, quello di Lorena Rocca esamina con ricchezza di immagini le Dolomiti del futuro nello sguardo dei ragazzi. Mauro Varotto conclude ricordando la risposta di un bambino al concorso “Di chi sono le Dolomiti?”: le montagne sono di chi se ne prende cura. I più avevano risposto che le Dolomiti sono di tutti, ma un bambino ha anche avuto il coraggio di dire (e l’intelligenza di pensare): le Dolomiti non sono di tutti, ma di nessuno, solo di se stesse.
Beppe Dematteis
Mi aspettavo molto di più di un libro dalla conferenza di Agordo.
Speravo fosse l’occasione per far nascere un dialogo.
Ho parlato inutilmente con tre relatori.
Ho tentato di intervenire nei commenti su questo Blog e sul Forum.
Nel frattempo la situazione si è evoluta;
per le Dolomiti la domanda da porsi è
“Le Dolomiti sono un bene comune o di consumo?” https://plus.google.com/u/0/110363898125072935054/posts/HFBNBBeytsa
In assenza di risposte resta solo una constatazione:
“LE DOLOMITI SONO DI CHI SE NE PRENDE CURA … PER SFRUTTARNE LE RISORSE NON RINNOVABILI O PER GESTIRLE COME BENE DI CONSUMO”
http://agneredintorni.blogspot.it/2013/04/le-dolomiti-sono-di-chi-se-ne-prende.html