Il 23 novembre 2011 sul sito della Regione Lombardia è apparsa la notizia che è stato ufficialmente avviato l’iter procedurale che porterà, a conclusione di tutte le fasi, alla sottoscrizione degli Accordi di Programma per la valorizzazione di comprensori sciistici nelle Province di Bergamo e Lecco. […] «C’é una grande soddisfazione – ha detto l’assessore al Territorio Daniele Belotti – nel veder ripartire questo programma di rilancio dello sci nei comprensori della Val Brembana della Val Seriana e della Val di Scalve. 14.600.000 euro di contributo oggi rappresentano una cifra molto importante».

Appresa la notizia proviamo a considerare qualche dato: la Linea di affidabilità neve (Lan), cioè l’altitudine sopra la quale può essere garantito un innevamento per almeno 100 giorni con 30 cm, è attualmente collocata a 1500 metri, e si alza di 150 metri per ogni grado di aumento della temperatura media. Ora, secondo L’European environment agency (Report No 8/2009 – “Regional climate change and adaptation”, pp. 25-27), la zona sud-ovest dell’arco alpino (nella quale è compresa la Lombardia) subirà il riscaldamento maggiore. Considerando quindi i vari scenari si può pensare che nei prossimi cinquant’anni ci sia un innalzamento delle temperature di circa 2 gradi. E se così fosse, la Lan lombarda si sposterebbe almeno a 1800 metri.

Guardando ora quali sono le altitudini medie dei principali comprensori sciistici in Lombardia, si nota che dei 15 presi in considerazione, solo cinque hanno un’altezza media al di sopra dei 1800 metri: Livigno, Bormio, Adamello, Valchiavenna e Stelvio. E racchiudono 352 km di piste, sui 687 km totali della Lombardia. Solo Livigno e lo Stelvio (sul quale si pratica però solo lo sci estivo) possono vantare uno sviluppo completamente al di sopra di questa ipotetica futura Lan. Mentre tre comprensori hanno una quota media già al di sotto dell’attuale Lan, e altri due meno di cinquanta metri al di sopra.
È quindi evidente che, se si vuole continuare a garantire il funzionamento di tutte le stazioni sciistiche, sarà inevitabile un uso sempre più massiccio dell’innevamento artificiale. Che, secondo la Cipra, potrebbe costare tra i 3 e i 5 euro al metro cubo.

I comprensori lombardi che, ad oggi, usufruiranno di un contributo pubblico sono attualmente tre: Brembo ski (quota media 1600 m), Piani di Bobbio – Valtorta (quota media 1375) e Piazzatore (quota media 1530). Mentre altri si preparano a chiederne. Rimane una domanda a cui qualcuno dovrebbe dare una risposta: siamo proprio sicuri che per lo sviluppo del territorio montano in Lombardia questa sia la strada giusta?
Luca Serenthà