“Sorpresa, in Valle d’Aosta, le ditte sono in aumento” strilla il titolo di un articolo della Stampa dell’11 settembre. Nelle Terre Alte c’è profumo di novità e aria di movimento. La Valle d’Aosta reagisce alla crisi finanziaria, dando segnali di vitalità e volontà. Le imprese firmano nuovi contratti al Macef, il Salone Internazionale della Casa svoltosi a Milano nella prima settimana di settembre, e sperimentano un’importante iniezione di fiducia in un momento di indubbia difficoltà, ma soprattutto – ed è questa la sorpresa – i numeri segnalano un saldo positivo nell’andamento del registro delle imprese alla Chambre.
È la stessa Camera a darne notizia: nel secondo trimestre il saldo tra iscrizioni e cessazioni di attività è positivo, con 87 imprese in più rispetto a fine 2011. Nel periodo che va da aprile a giugno 2012 sono nate 246 nuove imprese a fronte delle 159 cancellate per cessata attività o trasferimenti. Secondo le cifre sarebbero i settori dell’edilizia, del commercio e dei servizi alle imprese a mostrare una maggiore vivacità e a spiegare la quasi totalità del saldo positivo. Altri settori, come quello dell’agricoltura, del turismo, delle assicurazioni e dei trasporti risulterebbero invece in difficoltà, soffrendo, più di altri, la crisi e l’avanzamento dell’età media degli imprenditori.
Ma (sorpresa stroncata) «sono numeri da prendere con le pinze – dichiara Nicola Rosset, presidente della Chambre –, non bisogna farsi prendere né da facili entusiasmi né da troppo pessimismo».
La stessa cautela raccomanda Dario Ceccarelli, direttore dell’Osservatorio Economico Sociale della Regione, che dichiara a Dislivelli: «Per quanto si riscontri un miglioramento rispetto al 2011, si tratta di piccole dinamiche entro una situazione complessa. Siamo sopra il livello del 2009, che è stato sicuramente il punto più alto della fase recessiva, ma si tratta di numeri da maneggiare con cautela». Quei dati non consentono (ancora) un’analisi di dettaglio: intanto sono parziali e poi c’è il rischio che risentano dell’influenza di fattori altri, non propriamente economici. «In alcune situazioni – spiega Ceccarelli – e soprattutto sui piccoli numeri, queste variazioni possono essere influenzate da cambiamenti in campo amministrativo: cambiano le regole amministrative e cambia anche il dato». Ci sono modifiche in campo normativo che possono più o meno favorire l’iscrizione delle imprese, oppure ci sono quei casi, tipici tra gli imprenditori stranieri, in cui la nuova iscrizione è dovuta a un passaggio da attività ambulante e quindi non dichiarata ad attività stabile e ufficialmente registrata. Queste situazioni restituiscono un’immagine fuorviante della realtà, perché segnalano un’attività dove c’è sempre stata.
La vera sorpresa è un’altra e si scopre confrontando i numeri del secondo semestre 2012 con quelli relativi allo scorso anno in termini di variazione percentuale annua. La novità riguarda la maggior tenuta delle imprese sul mercato. Infatti, se le imprese iscritte sono solo il 2,9% in più, quelle cancellate dai registri sono diminuite del 7%. «Il dato interessante è che negli scorsi anni c’erano più iscrizioni, mentre ora ci sono meno cessazioni», spiega Ceccarelli. Come dichiarato dallo stesso Rosset, la maggiore difficoltà per le aziende valdostane resta l’accesso al credito: mancando l’erogazione di finanziamenti da parte delle banche, si strangola anche la possibilità di crescita.
Daria Rabbia