Appennino tosco-emiliano, primo fine settimana di settembre. Parte il Trekking dei pensieri viandanti organizzato dalle sezioni di Parma e di Reggio Emilia all’interno della XIV Settimana nazionale dell’escursionismo promossa dal Cai e ospitata quest’anno dalla Regione Emilia Romagna. Il trekking di sei giorni, guidato dagli accompagnatori di sezione lungo l’Alta via dei parchi, prevede una serie di conferenze, incontri e spettacoli per aiutare a smaltire la fatica accumulata durante il cammino. L’organizzazione è impeccabile, la logistica puntuale ed efficiente prevede sentieri ben tracciati, di difficoltà e lunghezza media; gli accompagnatori, preparati e competenti, non si limitano a guidare il gruppo ma forniscono informazioni sulla geologia delle montagne circostanti, su flora e fauna, su toponimi e storia. Siamo in dodici partecipanti provenienti da Calabria, Lazio, Friuli, Lombardia e Piemonte. Un po’ pochini se si considera che questa è la più importante manifestazione escursionistica organizzata dal Cai a livello nazionale. Scoprirò in seguito che alcune escursioni organizzate in altre zone della regione sono state addirittura cancellate per mancanza di partecipanti.

È un periodo in cui si fa un gran parlare di escursionismo e cammino. Ci sono casi straordinari come la fiumana di persone che percorre il pellegrinaggio di Santiago de Compostela o esempi curiosi di letteratura a tema come i romanzi di successo dello “psicoatleta” Enrico Brizzi. In Italia esistono associazioni che promuovono il camminare e agenzie di viaggi specializzate in vacanze a piedi. Insomma, si direbbe che non manchino proposte per praticare un’attività che può fornire un utile supporto all’economia di montagna. Ma il pubblico risponde a queste sollecitazioni in misura maggiore di quanto osservato in Emilia Romagna?

Luca Gianotti è una Guida escursionistica tra i fondatori della Compagnia dei Cammini, associazione che organizza viaggi a piedi in Italia e all’estero. «Nell’ultimo anno abbiamo organizzato oltre 100 cammini che hanno coinvolto circa 1500 persone. I nostri non sono veri e propri trekking perché cerchiamo di proporre esperienze di vacanza complete senza tralasciare l’aspetto culturale: letture, incontri e approfondimenti sui luoghi che attraversiamo. Naturalmente alla base c’è sempre il cammino per diversi giorni consecutivi, ma all’insegna della lentezza e negli ambienti più vari, dalle coste del Mediterraneo alle città d’arte. Le Alpi rimangono una meta privilegiata ma non esclusiva dei nostri viaggi. Abbiamo osservato che il pubblico predilige una montagna “dolce”, caratterizzata da percorsi non troppo duri e da un’accoglienza non troppo spartana pur nella semplicità».

Come la Compagnia dei Cammini esistono numerose altre associazioni, tra cui Trekking Italia, specializzate in escursioni di più giorni non solo in montagna e prevalentemente in Italia. E ci sono anche imprese che propongono trekking nello stivale e dintorni. Si tratta di agenzie di viaggi e tour operator che hanno inserito nei loro cataloghi vacanze a piedi nel nostro paese al posto dei più noti itinerari nelle montagne del mondo, dall’Himalaya alle Ande. Significa che queste attività hanno un mercato.

Che sia un segno dei tempi e della crisi? Un numero sempre maggiore di persone, per le proprie vacanze, sceglie mete vicine e il mezzo di trasporto più semplice ed economico: i piedi. Sicuramente è un’opportunità in più per quelle mete turistiche minori, come la gran parte delle nostre Alpi. Sarebbe importante che anche il Cai, a livello nazionale, puntasse maggiormente su questi aspetti per affiancare alla classica gita in giornata delle forme di escursionismo di lunga durata che consentano una maggiore conoscenza del territorio e incidano maggiormente sull’economia locale.
Simone Bobbio